CINIGIANO – «Il fenomeno dell’immigrazione coinvolge tutto il Paese e l’Europa ed è governato da regole e istituzioni che travalicano le competenze degli enti locali. L’autonomia e la discrezionalità dei Comuni è, in questa materia, estremamente limitata per rendere la solidarietà diffusa equamente nelle strutture di accoglienza disponibili in tutti i territori». Così l’assessore del comune di Cinigiano Francesca Bianchi parla del fenomeno migratorio. «I soggetti territoriali che agiscono per conto dello Stato sono le Prefetture. Anche nel caso della provincia di Grosseto il Prefetto nel mese di marzo ha effettuato una ricognizione sulla qualità e sulla quantità ricettiva delle strutture presenti nel suo territorio. I Comuni hanno supportato questa fase e sono rimasti in costante contatto. Successivamente è stato emesso un bando di manifestazione di interesse in cui si richiedeva l’impegno alla disponibilità».
«Nel momento della necessità, nel nostro caso a luglio – prosegue il Comune di Cinigiano – e limitatamente agli immigrati che avevano titolo a presentare la richiesta di asilo politico, la Prefettura è intervenuta direttamente sulle organizzazioni che avevano aderito al bando e gestivano le strutture individuate. Per Cinigiano era censita la Fondazione Sasso di Maremma che si era dichiarata competente e capace per accogliere un massimo di 10 donne sole o con bambini nei due stabili di Monticello e Poggi del Sasso. I permessi di soggiorno degli immigrati, sono di tre mesi rinnovabili. Durante i primi sei mesi, due rinnovi, viene esaminata la domanda di asilo e gli immigrati possono partecipare soltanto ad attività di formazione o volontariato. Dopo il terzo rinnovo l’immigrato acquisisce una posizione giuridica tale da poter firmare un contratto di lavoro e prestare la propria attività. Questo sarà il percorso delle donne oggi a Monticello e di quante altre saranno affidate alle cure della Fondazione Sasso di Maremma».
«E’ così, rispettando questi canali e livelli di responsabilità, – afferma l’assessore Francesca Bianchi – che sono arrivate a Monticello le immigrate attualmente ospitate. Nessun contrasto o difetto di informazione del Comune o interna al Comune. Nel ruolo di rappresentante istituzionale e responsabile di un centro di accoglienza sono stata costantemente in contatto con il sindaco e il prefetto. Voglio sottolineare, infine, – continua Bianchi – che il mio lavoro di amministratore e operatrice sociale si basa sul rispetto delle persone. Le nostre immigrate, affidate all’organizzazione di cui faccio parte, sono donne deboli che hanno affrontato vicende inaudite, hanno bisogno di solidarietà e di sostegno. Ritengo squallido un uso strumentale e becero di queste situazioni che non sono astratte, ma coinvolgono i sentimenti di esseri umani».