GROSSETO – Autostrada tirrenica. Prosegue il dibattito sul futuro dell’arteria che dovrebbe collegare Livorno a Civitavecchia. E sulle recenti novità che interessano il progetto Sat interviene il coordinamento di Sinistra Ecologia e Libertà.
«La notizia, data sottovoce, della scomparsa, almeno per il momento, dei 270 milioni di euro che il governo Renzi attraverso lo “sblocca Italia” avrebbe dovuto regalare alla SAT per completare alcuni lotti dell’Autostrada Tirrenica ci sprona ancora di più a combattere ed a tenere unito il fronte contro la realizzazione di un’opera inutile ormai nota per i tanti elementi negativi che in tutti questi anni abbiamo più volte sollevato. Evidentemente anche il governo non sa più che pesci pigliare in merito ad un’autostrada non voluta dai territori, dai cittadini e, anche se silenziosamente, da svariati esponenti ed amm.ri dei partiti di maggioranza di Governo” – dichiara Marco Sabatini, coordinatore provinciale SEL Grosseto».
«270 milioni – sottolinea l’esponente di SEL ed ex Presidente della Commissione Infrastrutture della Provincia di Grosseto Valentino Bisconti – sui quali abbiamo non solo dubbi in merito alla concessione di aiuti di stato rispetto ad un’opera da realizzare totalmente in project financing, ma che a nostro avviso potrebbero addirittura essere stati richiesti non tanto per la realizzazione dei lavori ma per far rientrare alcuni dei soci di Sat che, non vorremo essere nuovamente “profeti” – come successo per la procedura di infrazione aperta dall’UE – potrebbero successivamente decidere di abbandonare la SAT».
Del resto – continua Marco Sabatini – il progetto autostradale fa acqua da tutte le parti: definitivo difforme dal preliminare, l’assenza della valutazione ambientale, la non considerazione della delicatezza del territorio anche dal punto di vista del rischio idraulico e soprattutto il crollo dei flussi di traffico che rendono l’opera economicamente insostenibile nonostante la volontà espressa palesemente di voler spremere come agrumi i cittadini del nostro territorio con uno dei pedaggiamenti più cari d’Italia. Noi – aggiunge Sabatini – crediamo che i soldi pubblici dovrebbero essere investiti meglio e su questa provincia di cose da fare non mancano: la messa in sicurezza dell’Aurelia e in primis le opere di salvaguardia e di regimazione delle acque, la cui necessità è stata evidenziata con l’alluvione del 2012 e che non possono esser fatte con risorse centellinate, poco certe, aspettando tra l’altro la progettazione e la realizzazione di infrastrutture come la Tirrenica».