di Barbara Farnetani — Tweet to @Babi_Farnetani
GAVORRANO – «Il cimitero è un luogo che mi è sempre appartenuto, non ci vedo mai la fine delle cose, il nulla». Alfonso Satagata, regista e ideatore di EsterniScespiriani, lo spettacolo itinerante che ha aperto la stagione 2014 del Tetro dell Rocce, descrive così la sua ultima fatica. «Da una parte – racconta – mi piaceva il ritorno delle figure mitiche shakespeariane nel momento in cui uno le evoca, il fatto che tornino sempre senza riuscire mai a morire, dall’altro l’idea mi è venuta molti anni fa, mentre guardavo un telegiornale».
Santagata ricorda allora un servizio, nella Bosnia straziata dalla guerra, durante un funerale, al cimitero, erano state gettate delle bombe «Ma che fanno, pensai, li vogliono ammzzare due volte?». E così Santagata mette in scena l’eterno ritorno delle figure shakespeariane «di cui non possiamo liberarci, ma ci sono anche riferimenti all’oggi».
Calibano ad esempio, il personaggio della Tempesta, si è evoluto: è arrivato come una sorta di immigrato, misero e senza soldi, ma ora è un imprendoitore che gestisce un’azienda: è proprietario di un cimitero. «Guadagna tanti soldi e sogna di tornare sulla sua isola, dove ancora vive la mamma strega, portando con sé il becchino, Nicola, per fargli fare i lavori più umili, una sorta di riscatto degli arricchiti». Torna Lady Macbeth, che non riesce a lavare il sangue dalle sue mani. Tornano anche Amleto e Ophelia, come una sorta di ospiti, di omonimi dei personaggi, di amici del becchino che è anche innamorato della bella Ophelia. Lei però non può sfuggire al suo destino e ogni volta che “rinasce”, inesorabilmente, si avvia verso il fiume.
Grottesco, come il becchino Nicola con la sua giacca di lamè, potente come lo storpio Riccardo III che ha assassinato il marito della sua amante Anna Lancaster, suggestivo ed evocativo come i due uomini, uno nero e uno bianco, che lottano attorno al corpo della fidanzata appena morta di uno dei due. Ha le tinte scure dell’Ade questi Esterni Scespiriani, con il Teatro delle Rocce allestito come una sorta di cimitero, con tanto di loculi e bare, con la banda di Gavorrano ad accompagnare il feretro e il pubblico che si sposta e segue gli attori in questo spettacolo ramingo e itinerante come le anime senza pace che muoiono e risorgono all’infinito.
Lo spettacolo resterà in scena, tutte le sere, sino al 5 agosto.