GROSSETO – Nel giro di sei anni le entrate legate agli onneri di urbanizzazione per il comune di Grosseto sono diminuite da 8 milioni del 2006 a 1,5 milioni di euro nella previsione per il 2014. L’analisi la fornisce Luigi Colomba, capogruppo del Buongoverno in consiglio comunale, e consigliere di opposizione. Per Colomba si tratterebbe di «un dato assolutamente preoccupante considerato che dal 2005 gli oneri di urbanizzazione sono impiegati per la spesa corrente dell’amministrazione e dunque per coprire i costi di molti servizi erogati».
Un anadmaneto dovuto in parte alla crisi del settore edilizio un po’ in titta Italia anche se Colomba tiene a sottolineare che i numeri che rigurdano il comune di Grosseto «appaiono sensibilmente più negativi».
Tra i motivi che il capogruppo di minoranza riconduce a questa situaizone negativa il « ritardo catastrofico del Regolamento urbanistico».
«Con il Regolamento Urbanistico – scrive Colomba –. dopo aver varato norme stringenti sui fabbricati esistenti, bloccando così la microeconomia delle imprese artigiane e gli investimenti dei privati cittadini, l’amministrazione continua a tenere nel cassetto le previsioni di nuova espansione, salvo incassare ogni anno la relativa IMU per la presunta edificabilità».
«Come se non bastasse il ritardo del RU ci mette oggi di fronte al nuovo Piano Paesistico regionale le cui norme di salvaguardia imporranno iter autorizzativi più lunghi ed esiti non affatto scontati in relazione alla compatibilità delle nuove previsioni».
«A questo – porsegue Colomba – si aggiunga che per compensare il calo degli oneri l’amministrazione ha scelto di applicare aliquote elevate per IMU, TASI, TARI e addizionale IRPEF: un circolo vizioso destinato a strangolare sempre più i cittadini».
«L’appello – cocnlude Colomba – che rivolgiamo è a 360 gradi, alle forze di opposizione, di maggioranza, al mondo delle associazioni di categoria, agli operatori ed ai cittadini affinché si facciano promotori di concrete misure per mitigare la congiuntura negativa e per avviare da subito un percorso di modifica del Regolamento, teso a sbloccare gli interventi sul patrimonio esistente e far così ripartire l’economia edile locale».