GROSSETO – Antonfrancesco Vivarelli Colonna si conferma alla presidenza di Confagricoltura Grosseto. Il consiglio che si è riunito oggi, ha eletto per acclamazione alla sua guida il presidente uscente, e in qualità di vice, Attilio Tocchi, Jacopo Giannuzzi Savelli e Maria Varia Cittadini Curatolo, oltre a Ranieri Luigi Moris, Guido Pallini e Uliva Guicciardini come membri della giunta di presidenza. Dopo un robusto taglio al numero dei componenti del consiglio, passati da 30 a 24, anche la giunta ha subito una ridimensionamento da 9 agli attuali 7 membri. Entusiasta e fortemente motivato per la fiducia riconosciuta ancora alla sua persona, il presidente Vivarelli ha tracciato una road map sulla quale l’associazione dovrà muoversi negli anni a venire. «Sono consapevole – ha annunciato – che ci aspettano momenti difficili, e a temi di carattere nazionale come la fiscalità, l’attivazione di progetti di approvvigionamento delle materie prime si affiancheranno aspetti locali legati alle avversità atmosferiche e alla variazioni climatiche».
Vivarelli non si nasconde e rispetto alla difficoltà che il settore vive anche dopo gli ultimi eventi legati a un livello di piovosità mai registrato da diversi decenni che sta minando interi comparti dell’agricoltura maremmana, la sfida da lanciare è ambiziosa. «Per rispondere a tutto questo – spiega – abbiamo inteso, e lo faremo ancora di più, rafforzare la struttura direttiva confagricola, ma a prescindere da una rivisitazione interna quello che più di ogni altra cosa è auspicabile e assolutamente necessario in questo momento è far sì che tutto il sistema affronti in maniera opportuna e decisa i problemi che pesano sull’agricoltura maremmana».
E allora cosa fare? Vivarelli ha le idee molto chiare e pone una serie di domande. «Dobbiamo innanzi tutto stabilire dei percorsi che, viene da chiedersi, sono affrontabili con un Psr in cui la valorizzazione dell’occupazione è stata sottovalutata? E’ giusto non avere una programmazione produttiva collettiva del settore ortofrutticolo e spingerlo verso una organizzazione di prodotto, come si sta cercando di fare con il cereale tra cooperative toscane e laziali? Una cosa è certa e improcrastinabile; la Maremma deve tornare a produrre in serie e in maniera intensiva anche con l’implementazione della serricoltura e pure la Doc Maremma, che ci ha visti impegnati intensamente, mi pare che manchi di un progetto dopo lo start up. Noi le risposte a queste domande le abbiamo e per questa ragione, a settembre, le porteremo dentro una fase di confronto e dialogo pubblico. Una cosa è certa – prosegue Vivarelli -, arrivati a questo punto servono scelte coraggiose. Dal canto nostro stiamo lavorando alla costituzione di una struttura commerciale confagricola e al rafforzamento del sistema economico interno. Questo è il nocciolo di tutto, il nucleo attorno al quale ruoterà il nostro sviluppo, la stella polare alla quale riferirsi, il rafforzamento delle filiere mediante un percorso economico e uno finanziario».
«Per quello economico la via che Confagricoltura Grosseto ha pensato, prevede l’estrinsecazione dei concetti di aggregazione e di sistema per mezzo della cooperativa Coagri, portandola a diventare il punto di riferimento della cooperazione del centro Italia, mentre per l’aspetto finanziario l’obiettivo è quello di puntare alla erogazione di maggiori sevizi alle imprese associate a minori costi e alla creazione di un legame più stretto con il sistema bancario per strappare condizioni migliori e più favorevoli». La sfida è lanciata e Confagricoltura è pronta ad affrontare il prossimo triennio con un rinnovato vigore, quello che solo un presidente indomito come Vivarelli, il cui intendimento è lasciare un segno in tutta l’agricoltura maremmana, può darle.