FIRENZE – “Le associazioni ambientaliste dovrebbero guardare con grande interesse ai ripascimenti artificiali, che costituiscono al momento l’unica vera alternativa alla costruzione di difese costiere in scogli, i cui effetti negativi sull’ambiente sono ben noti, mentre quelli positivi sulle spiagge sono spesso venuti a mancare. Ovviamente anche i ripascimenti possono essere fatti male. Ma non mi sembra che questo possa essere detto di quello appena realizzato fra l’Osa e l’Albegna”.
Lo spiega Enzo Pranzini, del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Firenze, in una lettera che ha fatto pervenire anche agli uffici regionali a seguito dei vari articoli apparsi sulla stampa a proposito del ripascimento realizzato alla zona dei camping a nord di Bocca d’Albegna.
Pranzini si è interessato dell’intervento quando il direttore dei lavori ha fatto pervenire alcuni campioni di sabbia al Centro regionale per lo studio sulla dinamica dei litorali (CreStDiL) che il Dipartimento di Scienze della terra dell’Università di Firenze e la Provincia di Livorno gestiscono presso il Polo tecnologico di Magona, a Cecina.
“I campioni sono stati prelevati in giorni diversi durante le fasi del ripascimento e sono stati messi a confronto con campioni della spiaggia raccolti prima dell’intervento – scrive Pranzini – di limo ed argilla non ce n’erano. Per questa componente la legge fa riferimento al limite del 2% e i valori di limo ed argilla in tutti i campioni analizzati sono ben inferiori al 2%”.
Per l’esattezza, i 7 campioni prelevati (relativi a carichi diversi l’uno dall’altro) che sono stati sottoposti ad analisi granulometrica, indicano che le percentuale di sedimenti fini si attesta mediamente sul valore di 0.3 %, precisano gli uffici regionali.
Riguardo ad altre inesattezze comparse sulla stampa, gli uffici regionali informano che le sabbie utilizzate per il ripascimento sono state dragate dai fondali antistanti la foce del fiume Albegna (a più di 2 km di distanza dall’inizio dell’area di versamento) e non dalla spiaggia sommersa.
E con l’esecuzione dei lavori non sono state create nuove “buche” in mare di fronte alla spiaggia alterandone l’equilibrio, ma è stato semplicemente rimosso davanti alla foce dell’Albegna una parte dell’accumulo che si è venuto a creare dopo l’evento alluvionale del 2012. Si tratta quindi di sedimenti nuovi immessi nel sistema attivo spiaggia-duna in località Voltoncino.