FIRENZE – In questi giorni molte agenzie immobiliari stanno ricevendo delle indicazioni da Fimaa-Confcommercio, per far si che gli agenti e i collaboratori delle agenzie, già iscritti all’Inps, si iscrivano ad Enasarco in forza di un protocollo che consente di “regolarizzare la posizione contributiva” richiesta dall’ente previdenziale.
L’inquadramento ipotizzato da Enasarco per i collaboratori “non abilitati” che operano all’interno delle agenzie immobiliari, si fonda su un’interpretazione del tutto arbitraria della Fondazione in quanto non ha riscontro alcuno nella legge. Come Fiaip riteniamo del tutto ingiustificata la richiesta di adesione degli agenti immobiliari ad Enasarco, un ente pensionistico privato per agenti di commercio, i quali per legge sono incompatibili con gli agenti immobiliari.
La figura dell’agente di commercio non è, infatti, contemplata nel settore dell’intermediazione immobiliare poiché tutti coloro che esercitano l’attività di mediazione all’interno delle agenzie immobiliari devono essere in possesso del titolo abilitativo e devono risultare iscritti al Registro delle Imprese/REA ex art. 73 del D.lgs.n.59/2010 (oltre tutto, “l’iscritto non può delegare le funzioni relative all’esercizio della mediazione, se non ad altro agente di affari in mediazione iscritto nel ruolo.” ex art. 3, comma 2, L.n. 39/89). Gli unici collaboratori non abilitati di cui si può avvalere un agente immobiliare sono soltanto coloro che all’interno dell’agenzia svolgono attività estranea alla mediazione, come gli addetti all’attività di segreteria o di supporto informatico ad esempio: trattasi di mansioni che, per loro natura, non possono che essere svolte in funzione di dipendente o di fornitore e non nella forma imprenditoriale autonoma tipica del contratto di agenzia.
La possibilità di regolamentare i rapporti di collaborazione con i soggetti non ancora in possesso del titolo abilitativo è invece fornita dal contratto di apprendistato professionalizzante, già previsto nel contratto collettivo concluso tra Fiaip e le parti sociali.
Considerare operatori di agenzie immobiliari, siano essi abilitati o meno, gli agenti di commercio significherebbe, al contrario, legittimare in qualche modo l’abusivismo all’interno delle agenzie immobiliari – per quanto riguarda i primi – ed aggirare i criteri introdotti dalla Legge Fornero per individuare le false Partite IVA – per quanto riguarda i secondi. A ciò si deve aggiungersi una precisazione ancor più rilevante per Fiaip: le attività di agente immobiliare e quella di agente di commercio sono incompatibili per legge (art. 5, comma 3, L.n.39/89; art. 5 L.n.204/1985).
Quindi, fermo restando che i collaboratori “titolati” già iscritti al Registro delle Imprese/REA ex art. 73 D.lgs.n.59/2010 non possono ovviamente esercitare attività di agente di commercio né risultare iscritti al Registro delle Imprese/REA ex art. 74 D.lgs.n.59/2010 (iscrizione obbligatoria per gli agenti di commercio) in quanto incompatibili, altrettanto infondato risulterebbe essere l’inquadramento dei collaboratori non abilitati nella categoria degli agenti di commercio.
Costoro, infatti, non potranno mai esercitare in proprio l’attività di mediatore se non cancellando la propria iscrizione presso la Camera di Commercio in qualità di agente di commercio e procedendo all’iscrizione come mediatore, previo superamento del relativo esame abilitativo.
Questo comporterà la perdita di tutti i contributi versati fino a quel momento alla Fondazione Enasarco, poiché per maturare il diritto alla pensione, occorre un’anzianità contributiva minima di 20 anni.
La proposta di adesione al Protocollo d’intesa con Enasarco, dovrebbe, dunque quanto meno essere accompagnata dalla precisa indicazione di tutte le conseguenze che l’iscrizione presso la Fondazione Enasarco comporta, nonché dal doveroso chiarimento che l’adesione al Protocollo comporta la riduzione dell’importo delle sanzioni e non una totale sanatoria delle posizioni giudicate irregolari dagli ispettori Enasarco. Peraltro i versamenti fatti ad Enasarco non si possono ricongiungere a quelli Inps, quindi potrebbero configurarsi come soldi buttati che servono solo a ripianare le passività Enasarco.
Fiaip, che si è sempre confrontata con tutte le associazioni del comparto immobiliare, senza mai sottrarsi a nessun tavolo di contrattazione o concertazione con le istituzioni e le parti sociali, vuole, quindi, che venga fatta la dovuta chiarezza sull’operazione promossa da Fimaa-Confcommercio, mettendo in guardia la categoria sugli effetti dell’adesione al Protocollo d’intesa con Enasarco che, anziché, configurarsi come una “sanatoria”, potrebbe rivelarsi controproducente per chi vi aderisce.
Chiarezza, richiesta sulle recenti vicende della Fondazione Enasarco, anche da molti parlamentari, di tutti gli schieramenti politici, secondo i quali vi è l’esigenza di far luce con una commissione di inchiesta parlamentare su svariate operazioni spregiudicate ai danni dei risparmi dei pensionati, anche in relazione alla mancanza di documentazione relativa ad alcuni imponenti investimenti finanziari compiuti negli ultimi anni dall’ Enasarco, attualmente oggetto di indagini giornalistiche e televisive.
Anche per queste ragioni Fiaip, insieme a Anasf, Federagenti ha già chiesto il commissariamento dell’ente e ha sottolineato come vi sia poca chiarezza e molte imprecisioni che rendono indifferibile un intervento urgente del Governo e del Parlamento sulla governance e per la riforma dell’attuale sistema previdenziale.