di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
FOLLONICA – Tutto è iniziato il 26 giugno, quando un pino è caduto su di un edificio in costruzione. Uno schianto che ha fatto scattare l’allarme e l’indagine voluta dall’amministrazione comunale ed eseguita da parte della Forestale, in merito allo stato di salute della pineta di Ponente. Nel giro di meno di un mese le piante sono state numerate e valutate, ottenendo una “fotografia” di quelli che sono i rischi. Da trascurabile a estremo, passando per basso, modesto ed elevato, queste le categorie di rischio ottenute incrociando la propensione alla caduta delle piante con la pericolosità in merito alla posizione. Dei 153 pini analizzati, quindi, in base al rischio lo 0% è risultato trascurabile, il 9% basso, il 62% modesto, il 23% elevato e il 6% estremo. Di fatto solo 3 pini saranno tagliati a breve perché necessitano di intervento urgente, mentre una ventina verrano tagliati entro un anno. «L’indagine è stata svolta in maniera accurata e dettagliata, tenendo conto di tre livelli d’intervento: in primis la sicurezza del parco, in seconda battuta il decoro e in terza analisi la programmazione – spiega il sindaco Andrea Benini -. La fotografia che ne è emersa, per fortuna, è meno preoccupante del previsto. Il nostro intento è quello di far vivere tutto il parco interessato dalla pineta, per questo da settembre coinvolgeremo cittadini e associazioni per mettere insieme un percorso di rinnovazione».
Effettivamente la pineta di Ponente è giunta a fine ciclo biologico, come confermato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato: «150 anni sono un’età non indifferente – spiega il comandante Stefano Vagniluca -, si parlava di una rinnovazione già nei testi del 1938. Fino ad ora abbiamo usufruito della pineta, ora su di noi cade la responsabilità d’intervento. E’ chiaro che deve cambiare anche la coscienza dei cittadini, perché in determinati posti è opportuno andare quando le condizioni lo permettono». E i piani per il futuro? «La rinnovazione passerà necessariamente da una fase in cui non ci saranno i pini – precisa Vagniluca -, anche perché tecnicamente non ci sono altri modi. Nell’inserimento delle nuove piante, si eviterà di utilizzare pini più sviluppati, perché le possibilità di riuscita sono basse, al fronte di un dispendio economico maggiore». Nel complesso è stimato che per la rinnovazione della pineta di Potente serviranno dai 20 ai 30 anni.