Torna l’appuntamento con la rubrica de IlGiunco.net “Hello Web, la comunicazione al tempo di internet”. Per la prima volta in Italia un ateneo avrà un corso di laurea specializzato in videogiochi.
a cura di Marco Gasparri*
Dagli anni ’80 i videogiochi sono sempre stati il motore dell’innovazione per i computer da casa. Non è infatti sbagliato affermare che il mercato degli home computer si è sviluppato molto grazie ai videogiochi che hanno spinto molte generazioni all’acquisto prima di home e dopo di personal computers e consolle.
Oggi il mercato dei videogiochi è in costante crescita in tutto il mondo. Anche in Italia, nonostante la forte crisi, negli ultimi anni è arrivato a produrre un fatturato di circa un miliardo di euro l’anno. Gli italiani, sostiene l’Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italiani (AESVI), sono un popolo di videogiocatori tanto che oggi sono il quarto mercato mondiale dietro Giappone, Usa e Regno Unito. Questo mercato si è poi notevolmente sviluppato grazie al web, ai social e alle app che colgono oggi il 50% dell’utenza.
Se l’utilizzo è massiccio, però la produzione è ancora molto indietro. Sono molto poche le case produttrici di videogiochi italiane, e di certo nemmeno paragonabili alla francese Ubisoft, all’americana Microsoft, o a quelle giapponesi.
Da adesso però questa tendenza forse cambierà poichè presso l’Università Statale di Milano sarà avviata la laurea magistrale di informatica in Videogiochi. Un divario che potrebbe quindi essere colmato con nuove energie e formazione scientifica.
Il nuovo percorso di studi avrà due aree di specializzazione: “game design” e “game programming”. Si studieranno algoritmi euristici, level design, progettazione di sensori, e così via.
Sul sito dell’Università si legge: “Il percorso formativo è finalizzato a proporre una figura professionale qualificata e specializzata, adatta a inserirsi costruttivamente in gruppi di lavoro multidisciplinari su progetti per lo sviluppo di software videoludico. L’attività professionale può essere rivolta sia a mercati innovativi come quelli dei dispositivi mobili, o a quelli più classici quali il mercato delle console e i giochi per pc. I progetti, inoltre, possono essere contestualizzati sia in grandi realtà industriali (anche multinazionali), sia in piccole startup locali di sviluppo indipendente; in particolare, si segnala che il numero dei piccoli studi indipendenti ha registrato una crescita sensibile negli ultimi anni, anche a livello nazionale”.
Partner della Statale di Milano per la nuova avventura è Ubisoft, terzo produttore mondiale del settore, che ha accreditato il nuovo piano di studi e l’ha accolto con entusiasmo. “Non esito a dire che si tratta di un momento storico”, ha dichiarato Gian Marco Zanna, producer della casa francese. “Con questo corso di studi ci avviciniamo finalmente alla situazione di altri Paesi, dove il collegamento tra atenei e industria dei videogiochi è più facile, immediato, costante”.
* Marco Gasparri è Direttore di Studio Kalimero, agenzia di comunicazione e marketing. Si occupa da sempre di innovazione e di divulgazione di nuovi media e tecnologie.