MANCIANO -Le riforme istituzionali viste dalla periferia dello Stato e vissute come protagonisti, non come meri esecutori di decisioni esterne. Questo potrebbe essere il titolo del percorso di confronto iniziato da Leonardo Marras nel consiglio comunale di Manciano. Il primo incontro sulla Provincia dei Comuni è stato interessante, ricco di proposte e considerazioni, carico di perplessità e preoccupazioni. Dai diversi interventi il presidente Marras ha raccolto spunti di riflessione.
«E’ importante interrogarsi già da adesso su quali saranno gli equilibri – ha dichiarato Leonardo Marras – si tratta di gestire un nuovo patto tra Regione e Comuni che potrà essere un rapporto più o meno decentrato, a seconda della nostra capacità di continuare ad avere un peso istituzionale e politico. In questa fase non è tanto importante soffermarsi sulle regole, sul nuovo statuto o sulle modalità di elezione, quanto provare a capire cosa sarà la nuova Provincia dei Comuni e provare a costruire i presupposti per continuare a garantire al territorio una rappresentatività forte. Questo aspetto, fondamentale per il futuro, non lo stabiliscono le leggi, ma la politica. Dipenderà molto dalla capacità di restare uniti, è questa la grande responsabilità che si dovranno assumere i Comuni: decidere se credere nel progetto della nuova provincia oppure rimanere chiusi in se stessi ed indebolirsi».
«Non ci possiamo permettere di perdere la dimensione territoriale delle politiche di sviluppo, non possiamo rischiare che le decisioni più importanti che riguardano il territorio vengano prese altrove – prosegue Marras -. C’è bisogno di un cabina di regia unica per trarre i massimi benefici dagli ultimi 7 anni di programmazione comunitaria, dai piani di sviluppo rurale e dai fondi strutturali. Per questo la Provincia sta preparando una serie di convenzioni sui servizi tecnici e specialistici che potranno essere utilizzati a domanda dai Comuni, a diversi livelli, a seconda della dimensione territoriale e delle possibilità economiche, garantendo così economie di scala, standard qualitativi maggiori, e soprattutto un forte coordinamento. Noi crediamo in questo percorso e lo stiamo ponendo all’attenzione dei Comuni per capire se c’è condivisione. Si tratta, comunque, di fare scelte di grande cambiamento creando nuovi modelli organizzativi che se daranno le risposte attese, potrebbero diventare un riferimento nel nuovo assetto istituzionale della Toscana».