FIRENZE – “Il prefetto Gabrielli mi ha chiesto di accordare la mia intesa alla ordinanza che consentirà di trasportare a Genova il relitto della Costa Concordia. Intendo evitare contenziosi che non appartengono alla mia visione dei rapporti istituzionali. Quindi firmerò l’intesa, purché ovviamente si rispettino tutte le osservazioni e le prescrizioni che verranno dettate per le operazioni di rigalleggiamento e per il ripristino ambientale del sito su cui, da oltre 900 giorni, insiste quel rottame. Lealtà per lealtà, chiedo che contestualmente il Governo dia attuazione all’Accordo di programma per Piombino, che prevede l’assegnazione a quel porto di 44 mila tonnellate di navi militari da smaltire e che oggi stazionano in diversi porti del Paese. Bisogna cioè che si proceda allo stanziamento necessario, circa 40 milioni, perchè l’Autorità portuale possa procedere con la gara per lo smaltimento”.
E’ questa la richiesta del presidente Enrico Rossi al governo, alla vigilia della delicata operazione di rigalleggiamento della Costa Concordia. “Voglio comunque esprimere il mio rammarico – ha proseguito il presidente, nel corso di un breve incontro con la stampa – perchè non si è voluto prendere neppure in considerazione l’ipotesi di Piombino, come avevo chiesto in occasione della conferenza dei servizi, né procedere a un confronto tra progetti, nonostante sia sempre vigente una delibera del Consiglio dei ministri che indicava proprio in Piombino, il porto più vicino, come la destinazione del relitto. Ripeto anche la preoccupazione che ho sempre espresso da un punto di vista ambientale per i rischi cinque volte più grandi nel trasporto della nave a Genova anziché a Piombino. Voglio aggiungere che la Costa Concordia a Piombino avrebbe potuto anche risolvere una questione sociale enorme. Capisco che si colloca su un altro piano, ma devo farlo presente: una grande questione sociale esploderà a ottobre con 2000 cassintegrati, più o meno questa è la previsione che viene fatta a seguito della chiusura della siderurgia Lucchini”.
“Penso – ha sottolineato Rossi – che sarebbe cosa giusta e corretta se il giorno prima dell’intesa, che io darò sulla rimozione della nave e sul suo trasporto a Genova, venisse da parte del Governo un segnale concreto, per tempistica e risorse, sull’accordo per il naviglio militare a Piombino, l’unico porto che ha ad oggi tutti i permessi in regola per lo smantellamento di questi scafi. Un accordo che è stato fatto ancora prima di sapere la destinazione di Costa Concordia (un relitto da 60 mila tonnellate contro le 44 mila delle navi militari) e che è l’anello di un progetto più generale, di filiera corta, per la ripresa della siderurgia a Piombino. Anche se Costa Concordia andrà a Genova questo non significa che il valore complessivo del progetto venga meno”.
Il presidente Rossi ha anche detto di aver avuto un colloquio telefonico con Luca Lotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che ha detto di stare lavorando per reperire i finanziamenti.