GAVORRANO – Si è costituito in questi giorni il comitato “Salviamo il pozzo Valsecchi” per la tutela e la salvaguardia del pozzo in legno costruito negli anni ’50. Lo scopo è quello di impedire che il pozzo ligneo, dal quale arrivava l’aria che consentiva di respirare ai minatori nelle gallerie, cada al suolo e si perda per sempre un simbolo dei minatori. Al comitato hanno aderito singoli cittadini e associazioni, non solo di Gavorrano, ma anche da Follonica e Massa Marittima (Sotto il pozzo nella foto di Giorgio Paggetti).
«Riteniamo un dovere civile quello di salvaguardare i beni culturali presenti nel nostro comune che in grande parte sono gli strumenti del lavoro nelle miniere – affermano dal comitato -. È questo il miglior modo per salvare la“memoria” dei minatori che per la natura stessa della loro opera non sono uguali agli altri lavoratori: la durezza del loro lavoro, il grande rischio quotidiano a cui erano sottoposti hanno fatto si che avessero maturato il grande senso della solidarietà e della comunanza. Dai loro sacrifici e con la loro opera nacquero l’organizzazione politica e sindacale, le cooperative».
«Questo patrimonio deve essere salvato come leva per costruire le vie future – proseguono dal comitato -; le ricchezze del nostro territorio devono essere messe a valore se vogliamo che si sviluppi il turismo e le nuove professioni ad esso connesse. Affidare il destino di Gavorrano alle organizzazioni industriali e ai loro tecnici è come rassegnarsi alla sconfitta e perdere un’occasione che invece potrebbe contribuire non poco al rilancio dell’intero territorio comunale. Sarebbe opportuno che l’amministrazione comunale di Gavorrano desse informazione a tutti i cittadini relativamente al Parco Minerario patrimonio dell’Unesco ed agli sviluppi che sono in corso nonché informazioni circa le relazioni con l’Eni».