GROSSETO – Il tribunale di Grosseto ha disposto il dissequestro della nave Concordia. La decisione stamani: il collegio ha accolto l’istanza presentata da Costa Crociere ai fini del rigalleggiamento e del trasporto della nave dal Giglio al porto di Genova. Alla richiesta di Costa si era opposto il Codacons, rilievi anche dalla difesa di Schettino che chiedeva che la nave rimasse sequestrata dal ponte zero. La procura invece si era rimessa alla decisione del tribunale.
Il Codacons, attraverso l’avvocato Giuliano Leuzzi, si è opposto alla richiesta di dissequestro della Concordia presentata oggi dai legali di Costa Crociere al tribunale di Grosseto. “Devono essere ancora effettuati accertamenti importanti sulla nave”, questa la motivazione del no di Codacons. La difesa di Francesco Schettino ha chiesto invece che la nave rimanga almeno sequestrata dal ponte zero fino al ponte 3 perché “devono esser ancora fatti importanti accertamenti sulle porte stagne”, ha spiegato l’avvocato Donato Laino. La procura di Grosseto si è invece rimessa alla decisione del collegio del tribunale, poi ritiratosi proprio per decidere in merito all’istanza di Costa. Costa Crociere ha chiesto il dissequestro perché la nave deve essere smantellata subito per quanto riguarda i ponti superiori: altrimenti non potrebbe entrare nel bacino di carenaggio del porto di Genova.
“Dopo aver fatto di tutto per non farla andare giù, cercando di avvicinarla il più possibile a dove è ora, mi dispiacerebbe molto che si perdesse” la Concordia. Queste le parole di Francesco Schettino, riportate oggi sulla Nazione, in merito all’ultimo viaggio della nave. Schettino, durante una pausa dell’udienza di ieri del processo che lo vede imputato per il naufragio della Concordia, spiega, queste le dichiarazioni sul giornale, che la sua “scelta”, ovvero far ritardare l’abbandono della nave per farla avvicinare alla costa, “mi è costata tutto quanto sto subendo ora, capisce che vederla perdere, mi dispiacerebbe”. Sul trasferimento a Genova aggiunge: “Mi auguro che sia una scelta che comporti il minor rischio possibile per la nave. Spero che siano state fatte le debite considerazioni”. “Posso solo aggiungere – prosegue – che mi auguro davvero arrivi al porto di destinazione e che sia la mano dell’uomo a distruggerla e non altro”. “Ma non c’era un porto più vicino? Livorno, ad esempio” chiede il comandante che poi spiega di non essere “in grado di giudicare in merito alla questione” legata a Piombino.