GROSSETO – «Per aggredire su tutti i fronti possibili la crisi terribile che attraversiamo, come segreterie provinciali di CGIL CISL e UIL stiamo cercando di intensificare gli sforzi finalizzati a produrre una buona contrattazione sociale nei nostri territori. Riteniamo infatti essenziale provare a legare i diritti del lavoro con i diritti di cittadinanza, perchè il potere di acquisto dei salari e delle pensioni si difendono anche con l’allargamento dei servizi sociali, socio sanitari e di pubblica utilità; e perchè diventa fondamentale avere conferme in merito alla progressività della tassazione locale e dei piani tariffari dei servizi, considerato che per noi varrà sempre il principio che chi ha di più deve dare qualcosa di più». Questo il parere che arriva dai segretari provinciali Claudio Renzetti (Cgil), Fabrizio Milani (Cisl) e Gianni Baiocco (Uil), in merito alla contrattazione sociale.
«L’obiettivo che ci poniamo per tutta la provincia di Grosseto è di arrivare alla definizione di un sistema di welfare territoriale e progressivamente vogliamo produrre argomenti di confronto fino ad oggi mai trattati da un sindacato, quali ad esempio quelli della struttura e della riqualificazione dei centri urbani, con una attenzione particolare alla vivibilità ed alla qualità ambientale, al sistema dei trasporti, alle infrastrutture, all’organizzazione dei tempi di vita e di lavoro – aggiungono -. Imu, tari, tasi, la tassazione locale è diventata sempre più oppressiva e diventa intollerabile la diffusa iniquità derivante dalle attuali rendite catastali che appaiono diffusamente inadeguate rispetto alla situazione reale».
«Tanto per fare un esempio, a noi risulta che in tutto il comune di Grosseto per il catasto ci sarebbero appena tre ville e situazione pressoché analoga sarebbe presente in quello di Orbetello, Ansedonia inclusa. Ed in quasi tutti i comuni si paga di più ad essere proprietari di un semplice appartamento in una zona 167 che ad essere proprietari di un mega attico nel centro storico – spiegano dai sindacati -. Va detto che la nostra provincia non è una eccezione; il dato nazionale, infatti, vede la presenza di appena tre ville di media per comune. Deve inoltre essere tenuto in considerazione che l’iniqua valutazione catastale degli immobili produce effetti distorti anche ai fini della fruizione delle prestazioni sociali agevolate. Infatti, lo strumento di selezione per accedervi, l’Isee (indicatore della situazione economica equivalente), viene determinato tenendo conto anche del patrimonio immobiliare, la cui valutazione, ovviamente, è condizionata dal dato catastale».
«Una pubblica amministrazione si muove sulla base delle norme che ha, ma è tempo di riforme o presunte tali, ci piacerebbe che venisse anche ritenuto urgente ed indifferibile una riforma strutturale del catasto – concludono -. Magari, in attesa che questo accada, riterremmo opportuno che la situazione reale dei singoli comuni venisse portata in trasparenza a conoscenza di tutti i cittadini e che ai tavoli di confronto ci venissero proposte da parte degli enti locali alcune azioni correttive possibili, finalizzate ad ovviare ad un sistema ingiusto, penalizzante per i meno abbienti ed in funzione di tutto questo, intollerabile.