GENOVA – La demolizione della Costa Concordia non interessa solo Genova e Piombino, impegnate da settimane in un estenuante braccio di ferro, con la Turchia sempre pronta a inserirsi nella partita.
“Siamo preoccupati – ha detto Andrea Purgatori, presidente di Greenpeace Italia, oggi a Genova per l’attracco della Rainbow Warrior 3 – abbiamo posto una serie di interrogativi importanti. Il trasferimento a Genova, un viaggio di 6 o 7 giorni, comporta rischi molto grossi. Vogliamo capire perché si deve fare e non optare, piuttosto, per uno di sole 24 ore a Civitavecchia”.
I giochi in realtà sembrano fatti e Genova aspetta da settimane l’ufficialità definitiva. Lunedì sarà il Consiglio dei Ministri a prendere la decisione finale sul progetto di demolizione genovese (che, durante la scorsa Conferenza dei servizi, ha ricevuto 17 sì, tra cui i ministeri competenti, l’agenzia per l’ambiente, Asl Toscana e Capitanerie di porto, ma il voto contrario della sola Regione Toscana e della Provincia di Grosseto). Le tappe successive sono note: entro il 10-12 luglio dovrebbero essere collocati tutti i cassoni, poi si procederà alle operazioni di rigalleggiamento e il 20 luglio – appena arriverà una buona finestra meteo – la Costa Concordia partirà per il suo ultimo viaggio.
“Non è una questione politica – ha quindi sottolineato Purgatori – ma legata al pericolo reale che la Costa Concordia rappresenta, pensate se si dovesse staccare un cassone durante il trasferimento, oppure ad un rilascio in mare dei veleni accumulati nella nave”.
Greenpeace avverte: “Faremo un monitoraggio quotidiano. I signori che si occupano del trasferimento della concordia, sappiano, di giorno e di notte non saranno mai soli – ha concluso Purgatori – li seguiremo dall’alto e dal mare”.