GROSSETO – «In molte realtà comunali della nostra Provincia, è stata decisa l’introduzione della tassa di soggiorno, diversamente da quanto verificatosi a livello nazionale, dove nel 2013 sono stati in tutto 510 i comuni italiani che hanno applicato l’imposta o la tassa di sbarco, su un totale di circa 8000, con un gettito annuo complessivo stimabile in circa 270 milioni e che nel 2014 diventeranno 380». E’ il parere di Federalberghi Grosseto, per voce del suo presidente Maurizio Parrini che prosegue: «Pur essendosi dichiarata da sempre contraria alla sua applicazione, la Federalberghi ha ritenuto opportuno attivarsi in due direzioni: cercando di rendere i regolamenti di applicazione più semplici e omogenei e verificare il congruo utilizzo delle risorse derivate».
«Proprio sul secondo aspetto si rileva una diversità di comportamento fra i diversi Comuni: infatti alcuni hanno prontamente spiegato la destinazione dei proventi, altri come Grosseto, comune più volte sollecitato, ha finalmente reso noto di avere deliberato in materia di destinazione del gettito dell’imposta di “scopo”, mentre altri ancora, come ad esempio Follonica, Scarlino e Gavorrano, né direttamente, né a mezzo stampa, hanno ancora fornito le specifiche sull’ammontare del ricavato, sulla tipologia delle singole voci di spesa e sul loro utilizzo – aggiunge -. Questo appare ovviamente contrario ad una logica di sviluppo del comparto turistico ed ulteriormente penalizzante per la categoria ricettiva».
«Vale la pena ricordare che le aziende ricettive si trovano ad effettuare anche le pratiche di riscossione della tassa, per conto degli Enti Pubblici, perdendo quindi tempo e denaro . concludono da Federalberghi -. Occorre pertanto, riaffermare con fermezza che la tassa di soggiorno deve essere impiegata per “scopi turistici” e non dirottata a favore di altre voci di spesa attraverso varie operazioni di bilancio ed il suo utilizzo deve essere oggetto di concertazione con le categorie che rappresentano il turismo».