GAVORRANO – «Si sta facendo di tutto per salvaguardare il vecchio castello ligneo che sovrasta il pozzo Valsecchi a Gavorrano, ma non è detto che esista una soluzione tecnica percorribile». È il senso delle rassicurazioni che il sindaco di Gavorrano Elisabetta Iacomelli e il presidente della Provincia Leonardo Marras, danno a cittadini ed ex minatori di Gavorrano che nei giorni scorsi hanno sollevato il problema del degrado del pozzo Valsecchi.
«Nei mesi scorsi – spiegano Iacomelli e Marras – a seguito di uno studio di Syndial (ad oggi proprietaria dell’ex sito minerario) per valutare lo stato di conservazione della struttura e individuare le possibilità di recupero, l’azienda aveva optato per la sua demolizione e la ricostruzione. Il Parco nazionale delle Colline Metallifere, che valorizzerà il sito bonificato quando ne entrerà in possesso come previsto dall’accordo di programma del 2009, ha chiesto a Syndial una ulteriore verifica per trovare una soluzione che consenta il recupero del castello ligneo realizzato all’inizio degli anni ‘40. La società, a sua volta, ha coinvolto Saipem per effettuare un sopralluogo utilizzando un laser scan con l’obiettivo di riprodurre tridimensionalmente la struttura del pozzo e del castello, e verificare se sia possibile intervenire garantendo la sicurezza degli operatori. Il problema, infatti, è che la struttura lignea è fortemente ammalorata e potrebbe risultare pericoloso intervenire per recuperarla, oltreché impossibile restaurarla garantendone la stabilità. Il sopralluogo si svolgerà entro poche settimane. Il pozzo Valsecchi, d’altra parte, era un pozzo di aereazione dotato di un impianto di ventilazione che costituisce un esempio significativo di archeologia industriale, facente parte del sito estrattivo di Gavorrano insieme al pozzo Impero, che serviva alla discesa del personale della miniera, e al pozzo Roma, dal quale risaliva in superficie il materiale estratto».
«Da parte del Parco, delle Istituzioni locali e di Syndial, quindi, si sta facendo tutto quanto è possibile per recuperare il sito minerario Valsecchi valorizzandone le strutture originarie. Naturalmente la parola definitiva non può che spettare ai tecnici, perché la tutela di chi lavorerà alla messa in sicurezza e di chi fruirà poi dell’area recuperata, costituisce un obiettivo inderogabile per tutti quanti. Ci auguriamo, quindi – concludono Iacomelli e Marras – di poter salvaguardare il vecchio castello ligneo per il valore che ha come esempio di architettura mineraria, ma anche se questo non fosse possibile la riedificazione dell’infrastruttura verrebbe effettuata nel rispetto totale del progetto originario e con gli stessi materiali».