GROSSETO – Sciopero generale del pubblico impiego e delle società partecipate e appaltatrici di servizi pubblici. Lo sciopero è proclamato da USB Unione sindacale di base «contro le politiche del Governo che producono pesantissime ricadute su tutto il mondo del lavoro che ruota introno alla pubblica amministrazione, l’aumento della flessibilità, con l’approvazione della prima parte del cosiddetto Jobs Act , che condanna alla precarietà perpetua e al ricatto della mancata proroga centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, contro i tagli e e le privatizzazioni dei servizi sociali con la prospettata riduzione a mille delle aziende partecipate dagli enti locali, aziende che gestiscono servizi essenziali come i trasporti, l’igiene ambientale, l’energia, l’acqua, i servizi educativi e all’infanzia, le mense e le pulizie scolastiche, l’assistenza alle persone anziane e non autosufficienti».
«Inoltre nonostante fosse stato assicurato che i tagli non avrebbero coinvolto il sistema sanitario pubblico – prosegue Usb -, dopo quelli già attuati dalla spending review, sono già stati annunciati quelli del Patto per la Salute: ben 10 miliardi! Con una manovra di strangolamento unica in Europa, stanno progressivamente cancellando il diritto alla salute e ridisegnando il sistema sanitario pubblico in un’ impresa in mano a privati e assicurazioni. Per i lavoratori e le lavoratrici anni di blocco dei contratti e delle assunzioni, il feroce attacco al salario accessorio e alle indennità (che sopratutto in sanità significano una parte consistente del salario finale), condizioni di lavoro indecenti, al di fuori di ogni norma di sicurezza e in progressiva precarizzazione. Per i cittadini e le cittadine la chiusura di centinaia di ospedali e presidi territoriali, il taglio di migliaia di posti letto, liste d’attesa infinite, aumento dei ticket, con il risultato che in questo Paese ormai l’11% degli italiani rinuncia alle cure per motivi economici! Fanno cassa sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini senza mai minimamente intaccare le vere piaghe che affliggono il settore pubblico dove il solo dato della corruzione si aggira sui 60 miliardi annui!».
«In ultimo il rinnovo contrattuale fermo oramai dal 2009 – si legge ancora nella nota -. Il ministro Madia in risposta alla contestazione fatta da USB al Forum della P.A. ha affermato che i contratti sono sì bloccati, ma solo fino al 2014. L’abbiamo smentita, ancora una volta, dopo averlo fatto nel corso dell’incontro al Ministero della Funzione Pubblica. Nel DEF lo stanziamento è previsto per la sola vacanza contrattuale, a significare che, dal momento che non ci sono risorse – gli stimati 7 miliardi necessari al rinnovo contrattuale -, quello che ci possiamo aspettare sono solo i circa 10 euro medi procapite che scattano proprio in assenza di rinnovo. Non bisogna essere esperti di economia o di finanza per comprendere questo semplice meccanismo. E del resto lo stesso ministro ha precisato che “le risorse per sbloccare i contratti arriveranno dalla riforma della P.A.” Quindi a tutt’oggi non ci sono, e se mai ci saranno, secondo le intenzioni del Governo, saranno frutto dei risparmi e dei tagli di spesa fatti a scapito dei diritti e dei salari dei lavoratori del pubblico impiego e dei servizi. La grave perdita di salario dei dipendenti pubblici si può sanare solo se verrà riaperta immediatamente la contrattazione mettendo sul piatto risorse certe e le risorse vanno cercate a partire da una seria lotta all’evasione fiscale e contributiva e alla corruzione».