SCARLINO – «Dopo l’incontro avvenuto in Confindustria il 21 maggio in cui la Filcams Cgil aveva proposto il contratti di solidarietà per scongiurare i licenziamenti l’incontro definitivo con l’azienda dopo un iniziale accordo per per il giorno 20 o al massimo il 23 giugno è slittato al giorno 26». Così interviene il sindacato parlando della situazione dei lavoratori del Porto si Scarlino.
«Crediamo che il posticipare la data renda ancora più in salita un accordo che poi dovrà essere votato dall’assemblea dei lavoratori – prosegue la Cgil -. L’interesse principale è avere a disposizione la stesura del contratto il prima possibile, per vedere se sono state inserite le due condizioni poste dai lavoratori: la prima rispecchia il principio base di questa tipologia di contratti il numero delle ore “perse” nell’arco dell’anno deve essere lo stesso per tutto il personale; la seconda è l’impegno che l’azienda dovrà prendere chiaramente alla scadenza del contratto di solidarietà che i presunti esuberi restino in azienda alle condizioni maturate fino a questo momento».
«Allungare il periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali per poi farsi dire che comunque si dovrà ridurre il personale non è accettabile – prosegue il sindacato -: in primis è necessario avere il personale attuale tutto l’anno, utilizzando tutte le persone in forza, limitando o escludendo di ricorrere a figure di consuleti e collaboratori esterni. In secondo luogo perché oltre a levare soldi a chi guadagna poco più di mille euro al mese si spendono anche denari pubblici (anche la regione integra una percentuale della perdita di salario che avviene con il contratto di solidarietà)».
«Quindi o c’è la volontà evidente e palese di utilizzare questo ulteriore aiuto, concesso dai singoli lavoratori e dalla comunità, per adottare un piano industriale che permetta di garantire un futuro stabile agli attuali lavoratori – afferma ancora il sindacato -, oppure è meglio scozzare la carte subito e vedere se il porto di Scarlino si merita, dopo quello che ha avuto nel passato in termini di aiuti pubblici, anche il licenziamento di persone assunte a tempo indeterminato. La trattativa è arrivata ad un punto delicatissimo e ci auguriamo che non siano i lavoratori che da anni prestano la loro opera nel porto a rimetterci, viste anche le gestioni che si sono succedute negli ultimi anni. Se non avremo qualcosa di concreto al tavolo di Confindustria la prossima settimana allora vorrà dire che ci ritroveremo nostro malgrado ad utilizzare tutte le misure di protesta legali che sono a nostra disposizione».