di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – E se domani non esistessero più gli artigiani? E’ la domanda formulata nella nuova campagna pubblicitaria di Confartigianato Grosseto che, attraverso le immagini, punta a far comprendere l’attuale disagio di un intero settore. «Abbiamo immaginato uno scenario futuribile estremizzato e non auspicabile – spiega il segretario generale Mauro Ciani -. Il messaggio serve per far capire il reale valore economico che la figura dell’artigiano rappresenta, ma è legato anche ad altri aspetti, come quello della sicurezza e quello sociale. Con questa campagna chiediamo maggiore attenzione, che la pubblica amministrazione sia al fianco delle imprese e che la burocrazia sia amica e non da ostacolo. In questo momento storico c’è bisogno di essere competitivi con gli altri, anche fuori dai nostri confini». La campagna pubblicitaria pone l’accento su tre situazioni differenti: quella dei meccanici, dei parrucchieri e infine degli edili da interno casa, ma gli esempi, assicurano da Confartigianato, potrebbero essere centinaia. «La rappresentazione è volutamente non catastrofica, ma si pone l’obiettivo di far riflettere – osserva Filippo Borracelli, grafico pubblicitario di New Studio -. L’immagine che ne esce fuori è quella di un artigiano in primo piano, ma sfuocato perché sta lasciando la scena, alle sue spalle rimane quindi la persona comune che è costretta a interagire con un disegno che rappresenta una cosa che non c’è più».
Se la campagna pubblicitaria, che appare piuttosto efficace e visibile anche su IlGiunco.net, non bastasse, Confartigianato Grosseto ribadisce il concetto anche attraverso i numeri. In provincia di Grosseto ci sono 6.034 artigiani, senza di loro la popolazione perderebbe il 2,7% degli abitanti, ma il vero impatto sarebbe quello sul tessuto economico. Il made in Grosseto, tanto per fare un esempio, perderebbe un apporto di 35 milioni di euro. Crescerebbe anche il numero dei disoccupati che aumenterebbe del 73,8%, con un tasso di disoccupazione che si sposterebbe dal 7,4% al 13,7%. Nell’edilizia mancherebbero le istallazioni di impianti in 97.586 abitazioni, mentre i magazzini diventerebbero affollati con 1,4 tonnellate di merci non smistate dagli autotrasportatori. Niente riparazioni e assistenza per gli oltre 143mila veicoli circolanti, mentre 100mila famiglie che possiedono una lavatrice e le 63mila che hanno un lettore dvd non potrebbero riparare i guasti in caso di malfunzionamento degli elettrodomestici, per un concetto da estendere anche ai condizionatori d’aria, ai computer e ai decoder. Per 1.500 sposi non ci sarebbero abiti nunziali, nessun servizio fotografico professionale e niente torta. Già, perché per i consumatori di dolci di qualità, stimati intorno agli oltre 102mila in provincia di Grosseto, resterebbero chiuse pasticcerie, gelaterie, cioccolaterie. Niente acconciature dai parrucchieri per 103mila donne, ma anche il turismo ne risentirebbe, senza restauratori e servizi di accoglienza necessari per oltre un milione di turisti. In sintesi per 214.948 persone, sarà ancora possibile vestirsi, arredare, fare un regalo, ma sparirà la qualità e la perizia degli artigiani in tanti settori. Uno scenario ipotetico, quello immaginato da Confartigianato, ma un grido d’allarme sin troppo reale.