GAVORRANO – La compagnia teatrale Katzenmacher ritorna al sito archeo-minerario di Ravi-Marchi a Gavorrano con l’applauditissima produzione sul mondo delle miniere. Dal 19 al 22 Giugno, alle 21.30, in scena a Ravi, Rivolta e pietas memoria e corpo delle miniere, ideazione e regia di Alfonso Santagata. Uno spettacolo in miniera che dalle miniere trae spunti e riferimenti emblematici; tasselli, brani, tableau che sono insieme epitome e cronaca di forza esemplare, che portano all’oggi le vicende legate all’attività mineraria ad imbastire un tessuto di racconto che dice di un mondo che ancora ci parla e alimenta l’immaginario collettivo.
«Al sito minerario di Ravi – Marchi abbiamo riallestito il nostro primo spettacolo sul mondo delle miniere – racconta la compagnia -. E’ la prima tappa di un lavoro che vogliamo lungo e articolato, che dal mondodelle miniere, dall’esperienza umana ad esso legata, trae humus e riferimenti di particolare forza, carichi di richiami ancestrali. L’attività mineraria quasi non esiste più, resta però il suo mistero che continua ad affascinare e sollecitare l’immaginario. Entrare tutta la vita nelle viscere della terra, luogo sottratto alla luce, carico di tenebre. La paura ancestrale si impossessa di noi. Sai che potresti non uscirne più. Come alla guerra, non sai se ritornerai. Una vita sospesa, magica, come se fosse un viaggio infero. Ma è un viaggio che ci riporta al presente. L’uomo in lotta tra le maglie del destino e della crudeltà dell’esistenza. Fatica e pericolo, in eccesso. Metalli preziosi dell’arte e della vita stessa».
«E’ l’eccesso il motivo per cui ha conquistato l’arte – prosegue la compagnia -. E così siamo rimasti affascinati da questo mondo. La forza dal basso, quelle energie racchiuse nelle viscere della terra. Attrazione e repulsione. Atti, storia, documenti, materiali sull’ingiustizia che diventano esperienza di vita. E’ un’insubordinazione all’ordine stabilito. I luoghi di miniera e gli stessi minatori hanno un’alterazione che ricorda il teatro. Ma non intendiamo portare il mondo delle miniere in teatro ma, al contrario, il teatro entra in miniera, emblema e metafora universali. Non troverete descrizioni ma comunicheremo quello che questo mondo ci ha trasmesso. Non di morte o museificazione spiccia. Ci avviciniamo a questi materiali che ci dicono di un mondo ancora vivo e ci parlano di storie che restano esemplari verso la civiltà del lavoro».
info e prenotazioni 347 0840413