GROSSETO – Nel 2013 hanno superato la soglia delle mille unità (1.042) le persone incontrate dalla rete dei centri di ascolto della Caritas diocesana e parrocchiali, a Grosseto. E’ questo uno dei dati più sintomatici della crisi che ha investito pesantemente questo territorio, che emerge dal Dossier 2014 sulle povertà in Toscana, elaborato sulla base delle rilevazioni dei Centri di ascolto delle 17 diocesi della Chiesa Toscana.
Il dato grossetano balza agli occhi, per più di una ragione. Intanto perché le 1042 persone ricevute dai centri di ascolto diocesano e parrocchiali rappresentano il 4,1% del totale di quelle incontrate per ciascuna diocesi, collocando le strutture della Diocesi di Grosseto al nono posto in Toscana, dietro a realtà con un bacino di popolazione molto più consistente e con dinamiche sociali ulteriormente più complesse. Grosseto, infatti, segue Firenze con 6.464 “utenti”, Prato (3248), Livorno (2270), Arezzo-Cortona-Sansepolcro (2245), Pistoia (2078), Lucca (1686), Fiesole (1550) e Pisa (1281). Inoltre il dato della Diocesi di Grosseto è significativo anche perché il numero più alto di persone incontrate (il 55%) è circoscritto nell’area fiorentino-pratese, un quarto nei Centri della Toscana costiera centro-settentrionale e solo un sesto (ovvero il 16,3%) nelle Diocesi della Toscana meridionale. Tra queste, solo i Centri d’ascolto della Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, realtà sia territorialmente che per popolazione molto più grande delle altre, superano Grosseto, avendo registrato, nel 2013, il numero più alto di persone incontrate. Nella Diocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino, i Centri d’ascolto hanno intercettato 696 persone (il 2,7% del totale), mentre i Centri di ascolto della Diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello 181 (lo 0,7%); quelli di Massa Marittima-Piombino 515 (il 2%) e, infine, quelli di Montepulciano-Chiusi-Pienza 27 (lo 0,1%).
L’altro elemento significativo è che la soglia delle mille persone accolte durante il 2013 è stata superata proprio nell’anno in cui il numero degli indigenti che si sono rivolti ai centri d’ascolto delle Caritas toscane è calato del 6,4% rispetto al 2012, a motivo, non di un miglioramento delle condizioni di vita delle categorie più vulnerabili, ma dell’aumentata complessità delle situazioni incontrate, che richiedono un ascolto molto più approfondito e prolungato nel tempo (in media ogni persona è stata incontrata 5,2 volte, comprese le persone seguite da più di un anno).
“I numeri riferiti ai nostri centri d’ascolto – commentano il direttore della Caritas diocesana, don Enzo Capitani, e il vice direttore Luca Grandi – devono farci riflettere. Il capoluogo maremmano, su cui fa perno la nostra Diocesi, sta mostrando un volto a tutti noi sconosciuto fino a pochi anni fa ed è sul capoluogo che insistono la gran parte delle situazioni di disagio che la Caritas cerca di accogliere e fronteggiare. In pochissimi anni i nostri Centri d’ascolto sono passati da una media di 600-700 persone incontrate in un anno a quasi il doppio, segno di un impoverimento delle famiglie che va allargandosi considerevolmente. Questo – concludono don Enzo Capitani e Luca Grandi – non ha impedito alla Caritas di continuare a dare risposte a tutti coloro che si sono rivolti a noi, con un aumento dei pacchi viveri distribuiti a tutti coloro che ne hanno fatto richiesta, l’erogazione di contributi per affitto e bollette e sostegni di altro tipo. Proprio le bollette, diventate spesso più alte, sono una delle ‘voci’ su cui abbiamo dovuto compiere sforzi maggiori, abbinando al sostegno economico anche percorsi di educazione al risparmio”.