MAGLIANO IN TOSCANA – «Ho ritenuto doveroso, in data odierna, dare le dimissioni da segretario dell’Unione Comunale del Partito Democratico di Magliano in Toscana, per il clima di tensione che si é creato attorno alla mia persona e ad altri appartenenti al partito dopo l’esito delle elezioni che si sono svolte domenica 25 maggio». A parlare è Fausto Bandinelli segretario dell’Unione comunale di Magliano in Toscana.
«E’ cosa da me gradita fare una cronostoria di tutte le vicende susseguitesi attorno al PD maglianese nei mesi trascorsi – prosegue Bandinelli -. Avvicinandosi le amministrative, in qualità di segretario dell’unione comunale, ho iniziato a fare un giro di consultazioni per capire se qualche componente dell’amministrazione a fine mandato avesse intenzione di ricandidarsi e tutti, per primo il sindaco uscente, hanno manifestato il loro diniego. Mi sono allora impegnato a capire se fosse potuta esservi una candidatura alternativa degna di forti speranze ma anche da questo tentativo non sono emersi i frutti sperati, senonché, a tal punto, ho deciso di mettermi a disposizione».
«Nonostante il partito fino a quel momento sia stato fedele a tutte le mie iniziative, da lì in poi le cose sono cambiate totalmente – precisa Bandinelli -. Una larga parte dell’amministrazione, sindaco ed alcuni assessori, non hanno gradito la mia disponibilità iniziando a cercare una soluzione, secondo loro individuata nella figura della Bonini, in quanto vicesindaco uscente. Ovviamente questa operazione avrebbe dovuto consentire di affermare l’operato di tutta l’amministrazione, sminuendo il segnale forte di bocciatura espresso dai cittadini che era ben presente nell’aria, soprattutto nella figura del sindaco, rimasto per tutta la legislatura in ombra demandando molti dei propri ruoli proprio alla sua vice».
«E’ stato deciso allora, sotto forti pressioni del partito di SEL, che era necessario ricorrere alle primarie o sostenere Eva Bonini, altrimenti, senza tentennamenti, avrebbero presentato la propria lista – prosegue Bandinelli -. Da quel momento in poi è nato l’idillio di alcuni esponenti del PD con la candidata di SEL perché, come ripeto, la mia candidatura è stata ritenuta inadeguata e l’altra avrebbe invece legittimato il sindaco a fine mandato e tutta la giunta. Alle primarie infatti molti esponenti del partito, soprattutto gli organi dirigenti locali, mi hanno girato le spalle cosicché le abbiamo perse».
«A questo punto, a mio parere, oltre al doveroso passo indietro fatto da me per rispetto del clima di grande tensione creatosi e per togliere dall’imbarazzo tutto il partito, credo che tutti i vertici del PD maglianese debbano essere azzerati, in quanto sono stati fautori di questo catastrofico risultato – afferma ancora -. Inoltre senza cercare i colpevoli, li si individuino nel fallimento di questa passata amministrazione che è stata nettamente bocciata dalla quasi totalità degli elettori e che assieme alla sconfitta del vicesindaco uscente bussano alle porte cercando i dissidenti. In un comune come quello di Magliano, quando perdi per un numero di voti così rappresentativo, non devi fare altro che capire che la gente non ti ha voluto, senza possibilità di replica. Credo che il PD, riguardo a Magliano debba riflettere e pensare quale ruolo potrà avere in una amministrazione che senza equivoci ha stravinto le elezioni».