GROSSETO – Le PMI italiane, con i loro 12 milioni di addetti, superano l’occupazione creata dalle industrie tedesche e danno vita a più posti di lavoro di quanti ne offrano insieme le grandi imprese italiane, francesi e spagnole, producendo il 7,1% del valore aggiunto dell’intera Unione europea. L’export, inoltre, ci dice che le PMI italiane operano agevolmente nei mercati internazionali: quelle impegnate nello spazio europeo sono il 22% in più di quelle tedesche, il 32% in più di quelle britanniche ed il 56% in più di quelle spagnole.
Per queste ragioni Rete Imprese vuole «un’Europa a misura di PMI e vogliamo nell’ambito della presidenza che spetterà al nostro Governo che questo si attivi per sciogliere quei nodi che frenano le imprese». A parlare è Michela Hublitz, presidente provinciale Rete imprese Italia. «Queste, infatti, scontano una mancanza di competitività rispetto alla gran parte delle altre imprese europee dovuta al costo del denaro e al difficile accesso al credito, al peso e alla complessità del fisco, agli adempimenti burocratici e alla rigidità del mercato del lavoro, al costo dell’energia e alla lentezza e farraginosità della giustizia amministrativa e civile».
«Inoltre per far sì che l’Europa diventi un’opportunità, è necessario avviare la revisione di alcuni lacciuoli imposti dall’Unione e che hanno colpito tutte le PMI del continente, con gravi danni per l’occupazione e la crescita economica, come nel caso della direttiva Bolkenstein – precisa Hublitz -. A proposito di disoccupazione, quella giovanile, in particolare, ha raggiunto ormai livelli tali da allargare il problema dal piano strettamente economico a quello umano e sociale. Il tasso per gli under 25 si attesta al 42,7% il doppio dell’eurozona. Se non invertiamo rapidamente questa tendenza, rischiamo di condannare un’intera generazione alla precarietà ed alla disoccupazione, con ripercussioni che si rifletteranno pesantemente, per alcuni decenni, sull’intero Paese».
«Vorrei sottolineare che il lavoro si crea e non si inventa, che sono le imprese, in particolare le PMI quelle che assicurano l’occupazione. Dobbiamo restituire dunque agli imprenditori quella tranquillità necessaria per creare nuove opportunità di lavoro e di crescita economica – afferma rete imprese Italia -. Per ottenere questo chiediamo al Governo di porre un limite al prelievo locale per evitare che Comuni e Regioni si riprendano quello che il Governo nazionale ha tagliato, di escludere dalla tassazione i beni strumentali. Di facilitare l’accesso al credito con un rafforzamento strutturale e finanziario degli strumenti di garanzia per l’erogazione del credito alle piccole e medie imprese, in particolare per i beni strumentali, innovazione tecnologica, innovazione di processo e di prodotto. Di riformare la giustizia, che oggi rappresenta una delle barriere più significative all’attrazione degli investimenti internazionali nel nostro Paese. Ed infine, prestare una particolare attenzione al turismo che rappresenta una straordinaria risorsa per il nostro Paese».