di Sabino Zuppa
MONTE ARGENTARO – Aula del consiglio comunale del Monte Argentario che sembra ormai essersi trasformata in quella di un tribunale, dove la politica sembra chiaramente condannata ad non essere più l’elemento predominante, lasciando spazio ad un palese astio tra maggioranza ed opposizione che difficilmente permetterà per i quattro anni a venire di discutere serenamente delle problematiche riguardanti la popolazione.
In apertura di quella che doveva essere una seduta in cui si sarebbe dovuto parlare della denuncia per diffamazione ricevuta dal sindaco Arturo Cerulli, infatti, la consigliera Anna Poggioli, presente con altri due soli membri del suo gruppo ha posto una questione pregiudiziale segnalando di aver presentato insieme ai compagni un nuovo esposto in procura ed in prefettura che segnalava che non era secondo loro corretto il fatto che il sindaco parlasse delle sue vicende private facendo uso di uno strumento amministrativo che dovrebbe operare solamente per le questioni riguardanti la cittadinanza.
Dopo questa dichiarazione a nulla è poi valsa la richiesta del capogruppo Alessandro Roncolini di aprire il dibattito consiliare anche al pubblico ed il passaggio al voto della pregiudiziale che veniva respinta dalla maggioranza, perché i consiglieri Anna Poggioli, Viviana Lauro e Danilo Cerulli abbandonavano l’aula lasciando il sindaco Cerulli e tutto il resto dei consiglieri a parlare invano ed inutilmente di un argomento per il quale non ci sarebbe più potuto essere dibattito.
Da rilevare che la consigliera minoranza Maria Rosa Canalicchio, l’unica dissociatasi dalla denuncia e l’unica rappresentante del Pd dopo le recenti defezioni di Bagnoli e Poggioli ha fatto pervenire un comunicato, letto in aula, con cui si dissociava dal resto della minoranza segnalando di fatto che la politica non può confondersi con le questioni legali. Ragion per cui, tra i vari interventi fatti, quello del sindaco ha puntato su questa palese divisione politica tra coloro che crearono la lista Sandrelli: «Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso, ma ormai è chiaro che queste quattro persone rappresentano solamente se stessi e non certo chi li ha votati pensando che appartenessero ad un progetto politico».