FIRENZE – La Toscana ha una nuova legge regionale sugli “usi civici”. L’assessore regionale all’agricoltura commenta con soddisfazione l’approvazione della nuova normativa che disciplina il demanio collettivo civico e i diritti di uso civico generalmente definiti, appunto, “usi civici”.
L’assessore sottolinea come, dopo oltre 30 anni dal passaggio delle competenze dallo Stato alle Regioni, la Toscana ha finalmente un impianto normativo omogeneo su una materia finora dominata dall’incertezza interpretativa delle norme statali.
Ma vediamo i punti salienti della nuova legge, che si propone di tutelare gli usi civici come importante integrazione del reddito delle popolazioni residenti nelle zone interessate, che solitamente sono zone marginali e montane.
Esempi di diritti d’uso civico sono il pascolo, il legnatico, la raccolta dei frutti del sottobosco: la loro tutela è volta a favorire ed agevolare la permanenza delle popolazioni nelle zone svantaggiate. La legge promuove inoltre lo sviluppo sostenibile del patrimonio civico – come spiega l’assessore – mobilitando una pluralità di risorse interne e trattenendo in loco gli effetti moltiplicativi, in una visione più imprenditoriale del demanio collettivo civico.
Ferme restando le prerogative di inalienabilità, inusucapibilità e imprescrittibilità dei beni civici, principi che incardinano la legislazione nazionale e che sono stati posti a base anche di questa norma, l’impianto legislativo sugli usi civici è stato ammodernato per favorire una gestione più semplice ed efficace dei beni sia nelle procedure che negli enti coinvolti, dal momento che la legge nazionale di riferimento risale addirittura al 1927 ed è precedente alla costituzione.
La nuova legge della Toscana è il frutto di un percorso partecipato, che ha coinvolto i Comitati preposti all’amministrazione dei beni collettivi presenti in regione, e per la prima volta sono state introdotte definizioni dei termini tecnici utilizzati al fine di eliminare equivoci interpretativi.
La legge riconosce la Comunità dei residenti quale legittima proprietaria dei beni civici e promuove e valorizza la gestione comunitaria del territorio civico, accentuandone la visione imprenditoriale ma mantenendo l’ottica conservativa del bene per le generazioni future e la sua gestione sostenibile.
Si specifica inoltre la natura giuridica dell’Ente gestore del demanio collettivo (comitato ASBUC al quale viene attribuita la personalità giuridica di diritto privato) per permetterne una gestione più semplice ed efficiente e in sintonia con la legge regionale sulla montagna e quella forestale della Toscana, si stabilisce che la gestione dei beni debba avvenire secondo le regole del diritto privato.
Infine è istituita la banca dati degli usi civici ed è stabilito che il soggetto gestore, per conto della Comunità proprietaria, abbia l’obbligo di trascrizione catastale dei beni civici.
La nuova legge- come ribadisce l’assessore regionale – intende mantenere e custodire il valore storico identitario dei beni civici, consentendo di tenere in vita un forte legame Comunità- territorio, da parte della popolazione, con positive ricadute di carattere sociale e ambientale.