GROSSETO – Dopo averla allestita nella Chiesa dei Bigi di Grosseto per il ciclo Comete, nel gennaio 2012, la Fondazione Grosseto Cultura ha portato la mostra “Caravaggio MMX” nella prestigiosa cornice di Palazzo Medici Riccardi a Firenze. Realizzata da Giacomo Pietrapiana, Annegriet Spörndle e Giuseppe Zanoni, la mostra presenta alcuni capolavori di Caravaggio tradotti in chiave contemporanea, attraverso la fotografia di grande formato e il coinvolgimento degli stessi abitanti di Porto Ercole (dove Caravaggio morì) come protagonisti delle scene. Le composizioni e le luci sono le stesse che resero celebre il celebre pittore del Seicento, ma gli oggetti, i simboli e i temi appartengono alla nostra società. “Cosa avrebbe dipinto Caravaggio, oggi?”. Nasce da questa domanda un suggestivo lavoro che sta riscuotendo un grande successo di critica e pubblico. La mostra è patrocinata anche dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Firenze e dal Comune di Firenze.
Particolarmente interessante il procedimento adottato: per realizzare le nuove opere è stato utilizzato un banco ottico a lastre. Fotografia tradizionale dunque: una fotografia fatta di costruzione di scene e di luci, di minuziose correzioni, di scelte “con i guanti”, per cercare di raggiungere le intense emozioni dei dipinti di Caravaggio. Un percorso che, nell’era del digitale, ha permesso inoltre di chiudere un cerchio con gli studi della Dott.ssa Roberta Lapucci sull’utilizzo di materiali fotoluminescenti e della camera ottica da parte di Caravaggio per la realizzazione delle sue opere. Oltre all’uso della tecnica analogica il lavoro è stato reso ancora più arduo da tre precise costanti che rimangono inalterate nelle nuove opere e che hanno dato al progetto un valore tecnico aggiunto e il sapore di una sfida: la luce, la composizione e la misura di stampa finale, identiche agli originali dipinti del Caravaggio.