di Barbara Farnetani
GROSSETO – «Oggi commemoriamo il valore di un uomo e di un militare» così, a 70 anni dalla sua morte, il comandante provinciale dei Carabinieri Gerardo Iorio ricorda Luigi Canzanelli, nome di battaglia Tenente Gino, caduto nella lotta partigiana e a cui è intitolata la caserma di piazza Lamarmora. Aveva solo 23 anni quando morì sotto il fuoco tedesco a Murci, nel comune di Scansano e oggi il comando dei Carabinieri ha voluto deporre una corona di alloro sotto la lapide che ricorda il suo sacrificio.
In quel frangente, ricorda il prefetto Anna Maria Manzone, «migliaia di italiani si batterono sino all’estremo sacrificio per la libertà. Il sacrificio di Canzanelli e di tutti gli altri per liberare l’Italia dal totalitarismo richiede la nostra riconoscenza. Senza memoria storica non si va da nessuna parte. Sono loro che hanno contribuito alla nascita delle nostre democrazie: Canzanelli ci ha lasciato un’importante eredità di libertà e impegni civile. Dobbiamo essere all’altezza del tenente Gino».
Nello Bracalari, presidente provinciale Anpi, ha poi ricordato la storia di Gino. La sua morte a Murci, sotto il fuoco fascista, il suo passato, giovane ufficiale che decise di combattere per gli ideali in cui credeva «Quando il CLN chiese che i partigiani si dotassero come un vero esercito fu lui a portare questa istanza anche a Grosseto». Giovane istruito, figlio di una maestra, aveva studiato al politecnico decise di insegnare a quei ragazzi non solo a combattere «fece una sorta di scuola libera per quei ragazzi – ricorda Bracalari – tra loro Giovanni Conti, bracciante semianalfabeta che divenne il suo attendente e che morì con lui». Compì molte azioni militari coraggiose che lo resero noto e lo fecero ammirare «seppe diffondere un tocco di etica e nuovo umanesimo» anche in quel contesto. Delle sue formazioni fecero parte anche alcuni carabinieri. L’Arma si distinse sempre durante la resistenza, per il contributo che dette alla lotta di liberazione, furono tanti infatti i militari che pagarono con la vita l’opposizione al regime nazifascista. Il comandante Iorio ha ricordato molti di coloro che, con coraggio, si spesero per la libertà di tutti.
Alla memoria di Canzanelli, dopo la guerra, fu concessa una medaglia al valor militare. Nellatrio della caserma a lui intitolata in una lapide si legge “Valoroso ufficiale contribuì efficacemente alla formazione ed alla organizzazione di numerose bande partigiane partecipando alle azioni più rischiose e distinguendosi ovunque per grande coraggio e perizia in un cruento combattimento contro preponderanti forze nazifasciste nel nobile e generoso tentativo di proteggere il ripiegamento dei compagni veniva gravemente ferito alle gambe da una raffica di arma automatica. Steso a tera continuava eroicamente la lotta uccidendo diversi nemici fino a che colpito a morte immolava la sua nobile esistenza alla causa della libertà. Il suo eroico sacrificio permetteva la salvezza dei compagni”.