GROSSETO – Legambiente interviene a proposito del progetto dell’impianto a biogas presentato da un’azienda all’interno del Parco della Maremma.
“L’impianto non presenta evidenti problematiche, anche l’impatto visivo risulta limitato come del resto l’inquinamento acustico e anzi con una serie di prescrizioni correttive e ulteriori accorgimenti può rappresentare – afferma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente – un valore aggiunto per l’azienda agricola che insiste all’interno di un’area protetta. Proprio per la delicatezza di questi impianti e la necessità di rigide e certe regolamentazioni è necessario inserire simili progettualità all’interno di un contesto normativo più ampio che favorisca le opportunità e garantisca la tutela. Va dunque realizzato un percorso specifico di revisione dell’attuale Piano del Parco della Maremma non solo per impianti come quello in questione, ma anche completando quelle già esistenti per le altre tipologie di rinnovabili e per l’efficienza energetica. Tutto questo, pur nel rispetto dell’identità e della tutela della biodiversità dell’area protetta, per far diventare sempre più il Parco, oltre che un’area da proteggere e tutelare, un laboratorio di sistemi innovativi nel campo delle rinnovabili”.
Si tratta di un digestore di piccola taglia che utilizzerebbe per il suo funzionamento dei liquami derivanti dall’attività zootecnica dell’azienda stessa e di due aziende limitrofe con l’aggiunta di una piccola parte di biomassa proveniente da coltivazioni. Un impianto, quindi, a filiera corta controllata che non presenta problematiche ma anzi può rappresentare un’opportunità per rendere multifunzionale questa azienda. Il digestato sarà infatti utilizzato come fertilizzante nel terreno dell’azienda come oggi viene fatto per le deiezioni derivanti dall’allevamento.