di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – La nuova Politica Agraria Comune rischia di uccidere l’agricoltura in Maremma. Non hanno dubbi a tal proposito Antonfrancesco Vivarelli Colonna, presidente di Confagricoltura e Enrico Rabazzi, presidente Cia, che danno voce ad Agrinsieme. L’analisi è piuttosto chiara e al fronte di un pagamento diretto reso più uniforme, con la Toscana che è passata da 200 euro a ettaro a 300, la Maremma rischi di finire in ginoscchio. Nel mirino della nuova Pac, la cui riforma è stata discussa ieri al Ministero Agricoltura e Foreste, finiscono infatti il settore zootecnico, del pomodoro, olivicolo e del grano duro. In sintesi, tutte produzioni, eccetto il vino, che sono prerogativa della Maremma. «C’è la convinzione che nell’uniformare il titolo, le regioni del nord siano state penalizzate, perché sono passate da 580 euro a 300 – dicono da Agrinsieme -, per questo si pensa di ricompensarle. Come? Con i premi accoppiati, vale a dire con l’aggiunta alla quota base da erogare in funzione del tipo di produzione. Sono regole compensatorie che andrebbero a interessare i comparti produttivi come quello della zootecnia ovina, del pomodoro, dell’olivicoltura e una produzione come il grano duro, preponderanti nella nostra economia agricola, con risultati che sarebbero devastanti».
Nella loro protesta, da Agrinsieme lanciano un appello a Luca Sani, presidente della Commisione Agricoltura della Camera. Ed è proprio Luca Sani ad ascoltare con attenzione l’intera conferenza e ciò che hanno da dire da Agrinsieme, dopo aver tagliato il nastro della 36^ fiera del Madonnino. «Ho accettato l’invito e ho ascoltato con molta attenzione la discussione sul tema della nuova Pac. In questa sede non ci sono risposte da dare, ma la volontà da parte mia è chiara. In commissione c’è grande attenzione e sensibilità su questo tema così importante per il nostro territorio. La Maremma non è certo ultima se parliamo di agricoltura e quindi come Commissione porteremo in aula una nostra proposta sulla Pac». Il tema resta caldo quindi e non è da escludere che a breve si tornerà a parlare della Pac, sperando che le produzioni del territorio maremmano non vengano messe in ginocchio da manovre politiche.