GROSSETO – «Nessuno ormai si stupisce delle sortite e del sensazionalismo che pratica il Movimento Cinque Stelle. Succede però che esso esageri e che perda la cognizione del senso della realtà, anzi, del buon senso. Partecipa, con i suoi rappresentanti, a riunioni dei capigruppo consiliari, a ripetute commissioni per discutere del nuovo Regolamento di Polizia Urbana senza muovere ciglio, senza obiettare alcunché, conformandosi, nel silenzio, agli assensi e agli apprezzamenti di maggioranza e minoranza e poi, in Consiglio, produce una documentazione alternativa che non nega la necessità di disciplinare la materia; ma che addirittura confonde la regolamentazione in questione con quella riguardante le funzioni del Corpo di Polizia Municipale». Così Emilio Bonifazi, sindaco di Grosseto, risponde al Movimento 5 Stelle che aveva giudicato il regolamento di polizia urbana proposto dall’amministrazione comunale, come un atto illegittimo: «Ecco allora che si grida allo scandalo per l’incompetenza dei proponenti, si attribuisce alla proposta reminiscenze fasciste, se ne esalta l’inutilità, quasi a far credere a una sortita estemporanea dell’amministrazione, risultato di ignoranza e inutilità insieme».
«Peccato che quasi tutti i Comuni delle città capoluogo di provincia dispongano di analogo regolamento ( in Toscana mancano soltanto Siena e Massa Carrara) e che i regolamenti in vigore trattino gli stessi problemi con una medesima impostazione, più o meno estesa – precisa Bonifazi -. Peccato che un regolamento Grosseto l’avesse già, mai revocato e mai aggiornato negli ultimi 80 anni. Peccato che, nel quotidiano, cresca a dismisura l’incertezza, il senso di insicurezza, le denunce di degrado prodotto da comportamenti sanzionabili, ma soprattutto da scarso senso civico, da mancanza di rispetto sia della cosa comune che di cultura delle regole».
«Se poi la prostituzione, il mestiere più antico, non costituisce reato, non lo diventerà a causa del regolamento appena approvato con l’unico voto contrario del Movimento Cinque Stelle, anche perché la norma si limita a prevenire i fenomeni di prostituzione su strada a cui si collegano aspetti di decoro, di ordine pubblico, di viabilità e di sicurezza spesso lamentati dai cittadini, tanto che il Sindaco fu costretto ad emettere specifica ordinanza solo pochi mesi fa – aggiunge ancora il primo cittadino di Grosseto -. Certo è che il regolamento offre maggiori certezze per l’azione di vigilanza nella continuità e che, a ben vedere, rappresenta un presidio di educazione civica per i giovani e per le scuole, ma anche di quanti, residenti o immigrati, vogliano accertarsi in modo semplificato delle regole di convivenza civile del nostro territorio».
«Non c’è nulla di banale che venga assunto a materia regolamentata: tutti sanno che è reato uccidere, ma il codice penale, per questo, non omette di disciplinarlo puntualmente. Legittimo quindi rivolgersi al Prefetto per denunciare l’atto del Consiglio, ma alla stessa stregua c’è da ritenere che dovrebbero essere denunciati pressoché tutti i comuni italiani. In fondo quasi tutte le normative che compongono il regolamento provengono da ordinanze vigenti e reiterate nel tempo, ordinanze che, forse il Movimento Cinque Stelle non lo sa, vengono partecipate al Prefetto pro-tempore – conclude Bonifazi -. Ai pentastellati viene di chiedere: a cosa e a chi nuoce il nuovo regolamento? E perché non dedicare il tempo a costruire qualche proposta costruttiva anziché avvitarsi intorno ad inutili opposizioni verso ogni istituzione del Paese».