di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – Una lettera aperta firmata da 49 dipendenti della ex Mabro e indirizzata al segretario provinciale della Cgil Claudio Renzetti. L’elezione della Rsu nell’azienda di via Senese torna a far discutere e dopo l’analisi del voto, emerge ancora una volta una divergenza tra i tesserati della Cgil e il segretario della Filctem-Cgil Furio Santini (nella foto in una assemblea in azienda con una parte della Rsu della Cgil). Una divergenza che era già palpabile nelle dichiarazioni post voto e che le maestranze della ex Mabro collegate al sindacato in questione, non mancano di rimarcare nella lettera inviata al segretario provinciale. «Non crediamo al vecchio detto “i panni sporchi si lavano in famiglia”. Crediamo invece che, specialmente in una fase come quella attuali in cui tutte le organizzazioni sociali, chi più chi meno, attraversano difficoltà, debba esservi il coraggio di affrontare tutto pubblicamente ed in modo trasparente – scrivono i dipendenti, tra cui figurano anche i neo eletti nell’attuale Rsu della Cgil – . Per questo ti inviamo questa lettera in forma aperta. Furio Santini, che dovrebbe svolgere il compito di nostro segretario, dichiara alla stampa che “…in tutta franchezza, quando si ottiene un risultato significativamente inferiore al numero dei propri iscritti, una qualche riflessione deve essere fatta.”, sostenendo quindi di esservi stato un risultato molto inferiore alle aspettative sue e della nostra organizzazione. Peccato che in una nota unitaria del 30 gennaio, poco più di due mesi addietro, affermava che “…questo gruppo di lavoratrici…ha perso il consenso nella città, tra le istituzioni e anche all’interno dell’azienda ove avevano una maggioranza schiacciante che adesso non c’è più. E facciamola finita di fregiarsi con questa e quell’altra sigla sindacale: 140 iscritti alla Filctem-Cgil c’erano una volta”».
Dichiarazioni che se comparate a pochi mesi di distanza l’una dall’altra, risultano poco gradite alle maestranze che proseguono nella lettera aperta a Claudio Renzetti: «Questo ci induce a due riflessioni: è almeno singolare, se non gravissimo, che un segretario della Cgil esprima soddisfazione, insieme ai colleghi delle altre sigle, a fronte di una presunta perdita di iscritti della organizzazione che dirige; è strano affermare oggi aver avuto un risultato significativamente inferiore al numero degli iscritti se già due mesi addietro si era certi che quegli iscritti c’erano una volta. Per essere chiari e trasparenti dichiariamo che: al 31 marzo i nostri iscritti erano 120 e che uno non ha votato perché fuori città, non consideriamo le quattro tessere fatte solo per i conteggi da inserire nel passivo fallimento di Abbigliamento Grosseto, dal gennaio 2013 ben 17 nostri iscritti sono andati in pensione o si sono licenziati, la divisione che vi è stata e che ha portato a compiere scelte diverse ha causato la perdita di alcuni iscritti, ma ha portato anche alla sottoscrizione di nuove tessere. Due sono stati quindi gli iscritti che non ci hanno votato. Ce ne dispiace non poco e aggiungiamo che in realtà, tra iscritti e non, quattro sono i voti che ci mancano all’appello. Voti che ci avrebbero consentito di ottenere il quarto delegato rispetto ai tre, te lo ricordiamo, che raggiungemmo alla precedente elezione».
Numeri che vengono snocciolati per far comprendere anche l’amarezza: «Per l’ennesima volta vengono poi rivolte accuse di personalismi e divisioni, a dimostrazione che chi lo ha affermato non ha neppure voluto comprendere quanto contenuto nella nota di tre giorni fa. La realtà è che in aggiunta alle tante difficoltà che abbiamo per mantenere il nostro lavoro, purtroppo dobbiamo subire il “fuoco amico” della Filctem di Grosseto e di quella regionale. Anche se a qualcuno spiace resta il fatto che, nonostante la diminuzione delle maestranze, rispetto alle ultime elezioni, passando dal 47,22 al 56% abbiamo conquistato la maggioranza assoluta aumentato i nostri voti (da 102 a 117), mentre le altre sigle li hanno complessivamente diminuiti (da 104 a 90). Questa la realtà dei numeri, anche se poi, come da sempre succede nel nostro bel Paese, ognuno racconta la propria verità».
Le maestranze tesserate con la Cgil, infine, chiedono chiarezza a Renzetti: «Ti chiediamo, Claudio, di verificare in quante altre aziende seguite dalla Filctem di Grosseto si può riscontrare una situazione se non migliore almeno vicina alla nostra. Infine sappiamo bene che l’unità è un valore importantissimo, ma ribadiamo che essa deve essere costruita sul merito e le divergenze vanno risolte non con accordicchi, ma con la discussione e il voto della assemblea. E poi, detto con franchezza, la posizione di merito del nostro segretario noi non siamo riuscite a capirla. Attendiamo tue iniziative confermando ancora che il nostro intento è di trovare una soluzione definitiva a una situazione che si protrae da troppo tempo e che indubbiamente disturba una trattativa non facile, ma che non è solo un nostro problema, lo è anche del segretario generale della Cgil di Grosseto per il suo ruolo e la sua competenza e che non può essere risolto alla Ponzio Pilato. A proposito del quale ti auguriamo una buona Pasqua».