GROSSETO – Operatori e volontari festeggiano oggi (sabato 12 aprile) i 40 anni della Caritas a Grosseto e lo fanno nel modo a loro più congeniale: mettendosi a servire, come ogni giorno, i poveri che bussano al centro di accoglienza, alla mensa e alle altre opportunità di accompagnamento nate in questi anni.
Era il 12 aprile 1974 quando l’allora vescovo di Grosseto, Primo Gasbarri, firmò il decreto di erezione canonica della Caritas diocesana, dando seguito alla scelta della Cei di istituire la Caritas italiana (era il 2 luglio 1971), dopo che papa Paolo VI nel 1970 aveva deciso di sciogliere la Pontificia opera di assistenza (Poa) con cui alle diocesi italiane erano giunti gli aiuti dei cattolici americani tra la fine della II guerra mondiale e la difficile fase di ricostruzione del Paese.
A Grosseto il primo sacerdote responsabile di dare una fisionomia e un’anima alla nascente Caritas diocesana fu don Giorgio Gaggioli, a cui subentrò, nel 1980, padre Fernando Coletta, vincenziano della Parrocchia del Sacro Cuore. Don Giorgio e padre Fernando si sono spesi senza riserve per rafforzare la dimensione caritativa della Chiesa di Grosseto, pensando la Caritas non solo come strumento principale di aiuto ai poveri, ma come luogo educante tutti i cristiani alla piena consapevolezza della carità di Cristo.
Nel 1999 il vescovo Giacomo Babini nominò direttore Alberto Eusepi, che già da alcuni anni affiancava padre Coletta come suo vice. Oggi a guidare la realtà della Caritas diocesana, che si è arricchita di ulteriori servizi e di una dimensione sempre più articolata di risposte, c’è don Enzo Capitani, affiancato come vice dal giovane Luca Grandi.
Quelli iniziali, furono anni di avvio di servizi che permettessero alla città e al territorio di prendere coscienza della presenza dei poveri. Poi nel 1989 nacque il centro di accoglienza nei locali del seminario di via Ferrucci; nel 1990 il centro sociale per diversamente abili “Noi insieme” a Braccagni (oggi a Grosseto) e l’anno successivo il centro di ascolto e poi la rete sempre più capillare delle Caritas parrocchiali. Più di recente la Caritas si è arricchita di nuove proposte tese a far maturare in tutti il diritto alla cittadinanza e il valore dell’inclusione sociale: l’emporio della solidarietà, il cammino delle famiglie per le famiglie, la gestione di piccoli appartamenti per far fronte all’emergenza casa di molti nuclei familiari, iniziative di cooperazione con l’estero, il rafforzamento dell’esperienza del servizio civile, grazie al quale la Caritas ha potuto aprirsi ad una serie sempre più ampia di progetti legati all’integrazione dei cittadini stranieri, al doposcuola, al microcredito.
Il regalo che la Caritas diocesana si è fatta per il suo 40esimo compleanno è il restyling del sito internet (www.caritasgrosseto.org), al fine di rendere anche i nuovi strumenti della comunicazione digitale un veicolo attraverso il quale intercettare e raggiungere nuove forme di disagio e di povertà.
“In queste ricorrenze – dicono don Enzo Capitani e Luca Grandi – non servono iniziative autocelebrative. Quel che più deve stare a cuore a tutti, a chi opera per gli altri (soprattutto se poveri), ma anche a chi, da cittadino, si accorge delle trasformazioni sociali che anche il nostro territorio sta subendo rapidamente, è di sentirsi mosso ad una risposta di accoglienza, di premura ed attenzione. I servizi della Caritas non avrebbero senso se non aiutassero ognuno di noi a convertirsi quotidianamente all’altro, a imparare a mettersi nei panni di chi non ce la fa, ad abbattere i muri dell’indifferenza, se non del pregiudizio e del rifiuto, che albergano anche tra noi grossetani. La Caritas c’è non solo per dare risposte dirette a chi è nel bisogno, ma come esperienza educante, che aiuti il territorio ad avere sempre uno sguardo premuroso e mai di sfida indignata verso i poveri. Di qualsiasi tipo e nazionalità”, concludono don Enzo e Luca Grandi.