di Daniele Reali — Tweet to @Daniele_Reali
GROSSETO – Una sentenza che potrebbe fare giurisprudenza. È quella della commissione tributaria di Grosseto che ha condannato due coniugi, che avevano dichiarato di abitare in due appartamenti diversi, a pagare la tariffa sulle abitazioni come se queste fossero considerate due “seconde case”.
La vicenda riguarda quelle che vengono definite le residenze fittizie. In pratica due coniugi, marito e moglie, proprietari di due case, dichiarano di avere la residenza differente: il marito sta in una delle due case e la moglie nell’altra. In questo modo la coppia invece di dichiarare una prima e una seconda casa, dichiara di avere due prime case, una per il marito e una per la moglie.
Una situazione che la commissione tributaria ha considerato come un’escamotage tanto che ha condannato i due coniugi non solo a pagare 500 euro per le spese legali, ma anche a versare per entrambe le abitazioni una somma calcolata come se entrambi gli appartamenti fossero una seconda casa.
«Questa è soltanto un esempio – ci spiegano dall’ufficio tributi del comune di Grosseto – dell’attività che l’amministrazione porta avanti per combattere il fenomeno delle residenze fittizie». Un’attività che è stata presa ad esempio da tante altre realtà. «Grosseto, su questo aspetto particolare, – ha spiegato l’assessore al Bilancio Paolo Borghi – è diventato un modello a livello nazionale tanto che da altre città ci sono state chieste informazioni sulle procedura che stiamo portando avanti». tra le città dove Grosseto ha “esportato” l’azione sulle residenze fittizie, ci sono Aosta, Bari, Ravenna, Madonna di Campiglio.