di Lorenzo Falconi — Tweet to @LoreFalcons
GROSSETO – E’ stata un’altra giornata interlocutoria, una di quelle in cui ogni decisione significativa viene rimandata al giorno successivo. I dipendenti dell’Eurovinil vanno avanti nello stato di agitazione e rinviano anche il rientro in fabbrica. Si resta fuori in attesa della nuova assemblea, fissata per domani mattina alle 9, e di un voto che servirà, in caso positivo, a seguire una linea guida in grado di portare all’accordo tra le parti. «Continuo a credere che il futuro di Eurovinil non sarà Survitec – precisa Fabio Della Spora della Cisl -, però al tempo stesso credo sia opportuno che la politica a livello nazionale cominci a pensare se questa azienda serve alla patria oppure no. Un conto sono le scelte economiche di una multinazionale, ma qua siamo di fronte ad un’azienda che negli anni ha servito la Croce rossa italiana, Medici senza frontiere, il ministero della difesa, la Protezione civile, solo per citarne alcuni. Quindi in prima battuta è opportuno fare questo tipo di valutazione, riguardo al servizio fornito da questa fabbrica alla nazione. Non si tratta solo di salvare 108 posti di lavoro».
Intanto però la situazione non sembra certo migliorare per i 108 lavoratori alle prese con i 87 esuberi brutalmente annunciati dalla proprietà e sorretti, al momento, da una potenziale cassa integrazione di 12 mesi. Solo un paracadute di un anno che appare un effetto tampone momentaneo. Mentre non cala l’attenzione sulla vicenda, si muove anche la solidarietà nei confronti dei dipendenti a forte rischio di perdita occupazionale. L’input arriva proprio dagli ex lavoratori dell’Eurovinil che venerdì 11 aprile hanno programmato una cena, alle 19, presso l’hotel Il Parco. Al momento sono state registrate 161 adesioni. Inizialmente la cena doveva servire a finanziare un libro sulla storia dell’Eurovinil dal 1958 ad oggi, in uscita a settembre. Invece è stato deciso che una parte del ricavato verrà devoluto a quei dipendenti impegnati quotidianamente nel picchettaggio fuori dai cancelli dell’azienda.