di Lorenzo Falconi (twitter: @LoreFalcons)
GROSSETO – Piero Camilli ha innescato la miccia, Antonio Tesoro ha rispedito la bomba al mittente. Post gara incandescente allo Zecchini, come spesso accade quando il patron del Grosseto scende in sala stampa dopo una sconfitta. Il punteggio di 1-0 per i salentini, sa di beffa per i maremmani che hanno giocato una gran partita raccogliendo zero, ma soprattutto vedendo i play-off allontanarsi di nuovo. Camilli però va oltre e parla di «furto clamoroso ai danni del Grifone», di «arbitro scarso», di un «Lecce che in organico ha giocatori che si vendono le partite con tanto di intercettazioni telefoniche come prova tangibile», ma anche di una «formazione giallorossa che, se andrà in B, sarà testimonianza di un livello molto basso del campionato».
La reazione del Lecce è arrivata in fretta, con le dichiarazioni del presidente Antonio Tesoro riportate sul sito ufficiale della società salentina: «Rispondere a Camilli è offensivo per la nostra educazione e la nostra intelligenza. Sotto la sua presidenza ci sono stai oltre 10 giocatori condannati poi per illecito sportivo, nonché due direttori sportivi, di cui uno in particolare che ha accusato direttamente il presidente. Nella nostra squadra non ce n’è neanche uno, fino a prova contraria. Denunceremo Camilli presso la Procura Federale e se ci concederanno una deroga anche presso la Giustizia Ordinaria. Le sue sono dichiarazioni gravissime che ledono l’immagine dell’US Lecce, dei tesserati, dei suoi tifosi e della città intera. Inoltre, per ciò che riguarda il valore tecnico della nostra squadra, vogliamo far presente al presidente Camilli che tra Lecce e Grosseto ci sono 18 punti di differenza».
Un botta e risposta che non mancherà di alimentare le polemiche a margine di una partita quasi decisiva per le sorti del campionato, ma che molto probabilità farà ancora discutere a lungo.