FOLLONICA – Sul caso gazebo della città del golfo interviene Sandro Marrini, consigliere comunale di Forza Italia: «Questa amministrazione comunale di centrosinistra in vari anni non è riuscita a risolvere la questione dell’esercizio su suolo pubblico delle attività commerciali, bar e ristoranti. In passato è stata approvata una normativa urbanistica e commerciale più restrittiva che ha prodotto il risultato di mettere fuori norma circa 20 aziende. Consci della situazione drammatica che la città e il suo commercio stanno vivendo e dell’arrivo della stagione turistica, il nostro gruppo consiliare ha formulato una proposta alla giunta per dare la possibilità di attrezzarsi a coloro che ancora non lo sono. Siamo usciti dalla logica maggioranza-opposizione per dare un supporto all’amministrazione comunale in questa delicata vicenda, per la quale eravamo disposti ad assumerci tutte le responsabilità del caso».
«La nostra proposta consisteva in sintesi nel prorogare i termini di adeguamento, stante il fatto che due delibere permettevano agli esercenti di presentare i progetti di adeguamento fino al 31 dicembre 2013, dunque era impossibile che le nuove procedure potessero definirsi per la stagione 2014 – prosegue Marrini -. Purtroppo, ci siamo trovati di fronte un muro di gomma. Il sindaco e la giunta hanno scaricato sugli uffici comunali il compito di dire che ciò non era possibile. Gli stessi dirigenti degli uffici hanno prodotto pareri congiunti che non sono tecnici, non sono legali e non sono di legittimità. Non si erano mai visti infatti pareri firmati da tutti i dirigenti di un Comune. Nel triste testo dell’ultimo, si evoca il rispetto normativo di chi si è adeguato, sostenendo che vi sarebbero state disparità di trattamento».
«Si dice anche che le date di scadenza erano chiare, ma non si fa riferimento al fatto che ben due delibere dessero la facoltà di inoltrare i progetti fino al 31 dicembre 2013. Si è detto anche che in caso di variante urbanistica si sarebbero dovuti calcolare gli standard a parcheggio – aggiunge il consigliere comunale -. Certo, come viene sempre fatto e come si doveva fare, peraltro, oggi l’urbanistica moderna permette di monetizzare eventuali tali carenze del singolo, facendo introitare somme al Comune. Tantissimi Comuni lo hanno già fatto da tempo. In poche parole la giunta ha chiesto alla dirigenza dell’ente di arrampicarsi sugli specchi per fare passare quello che non ha voluto fare quale conseguenza di un problema tecnico».
«La questione è tutta politica, di una amministrazione che coerentemente con il suo percorso di cinque anni ha trascurato l’interesse dei cittadini, producendo atti e norme senza ascoltare nessuno e che adesso mettono nel dramma tante persone, famiglie di operatori commerciali – conclude Marrini -. Resta una speranza: nell’ultimo consiglio comunale alcuni esponenti del centrosinistra si sono detti favorevoli a chiedere un parere a un tecnico esterno al municipio per verificare la fattibilità di una proroga. Meglio tardi che mai: e speriamo che non sia solo un modo per prendere tempo.