a cura di Giulia Carri
AUSTIN – Nominata nel sito ufficiale del Comune di Grosseto tra le eccellenze della nostra terra, Cristina Carusi, 38 anni, è docente di storia, economia ed epigrafia greca presso l’Università del Texas ad Austin.
Da Grosseto al Texas, come è accaduto?
“Tutto comincia nel 1995 quando mi sono iscritta a lettere classiche all’Università di Pisa e contemporaneamente ho vinto il concorso per accedere alla Scuola Normale. Mi sono laureata nel ’99 e ho conseguito il dottorato, sempre in Normale nel 2006. Da lì è cominciata la mia carriera come ricercatrice sia in Italia sia all’estero.”
Dove sei stata?
“Nel 2005 ho vinto una borsa di studio di un anno alla Scuola Archeologica italiana di Atene, poi ho vinto un assegno di ricerca presso il Dipartimento di Storia dell’Università di Parma dove sono rimasta 4 anni. Tra il 2011 e il 2012 ho trascorso il mio primo anno negli Stati Uniti al Centre for Hellenic Studies di Washington DC dopo il quale sono tornata un anno a Pisa, sempre nella ricerca ma in assoluta precarietà, per cui ho deciso di riprovare con l’estero in particolare con gli USA. In Italia non vedevo a breve termine possibilità di un lavoro stabile.”
Perché?
“L’Università Italiana soffre da molti anni a causa di ingenti difficoltà economiche e anche il ricambio generazionale del corpo docente è praticamente bloccato. Giovani studiosi della mia generazione non hanno molte possibilità di intraprendere davvero la carriera accademica, questo dopo un po’ è avvilente e porta naturalmente a cercare all’ estero. Così ho fatto tra il 2012 e il 2013 e alla fine ho avuto una proposta dall’ Università del Texas che ho accettato con molto piacere.”
Austin, Texas. Come ti trovi?
“Vivo qua da meno di un anno ho ancora molto da vedere! Austin è una realtà unica rispetto al resto del Texas che è uno stato piuttosto conservatore. E’ la capitale amministrativa e una città molto vivace. E’ multiculturale, ricca di festival ed eventi di ogni tipo. E’ anche una realtà in grande espansione che sta diventando il terzo polo culturale degli USA. Professionalmente sono molto soddisfatta, insegno per la prima volta a tempo pieno e questo finora ha preso tutte le mie energie, a discapito un po’ del tempo libero. “
Adesso che hai esperienza sia nel mondo accademico Italiano sia in quello Statunitense quali, secondo te, sono le maggiori differenze?
“Le differenze maggiori sono nel primo livello di formazione universitaria, quello che in Italia chiamiamo laurea triennale. Questo primo livello di qualificazione è più simile ad un nostro liceo che ad una Università. Gli studenti hanno compiti a casa e varie verifiche durante il semestre, il rapporto col docente è vivo e quotidiano, cosa molto diversa da quando io frequentavo l’università. Altra grande differenza è la responsabilizzazione dell’ insegnante rispetto all’andamento dello studente. E’ mio compito motivare i miei studenti rispetto alla mia materia, se loro non hanno risultati positivi sta a me fare di tutto per migliorare il loro rendimento attraverso la qualità delle lezioni che tengo. Questo è molto impegnativo a volte perché nonostante ogni sforzo alcuni studenti sono difficili, ma è anche davvero stimolante per migliorare ogni giorno e quando i risultati arrivano la soddisfazione è grande.”
Cosa ti piace e cosa trovi difficile di questa nuova realtà in cui vivi?
“Essendo nuova ho dovuto imparare tutto di questo lavoro e i miei colleghi sono stati preziosi e hanno reso questo processo veloce e piacevole. Il sostegno che da tutti ho ricevuto è stato una delle cose più belle e importanti che questa città mi ha dato. Comincio ora a scoprire il contesto sociale al di fuori dell’ ambiente professionale e Austin ha molto da offrire. Il primo anno in un paese nuovo è sempre il più difficile, tante cose da imparare e poco tempo per fare altro. Ogni giorno però va meglio e scoprire piano piano questa città e la sua realtà mi incuriosisce molto.”
Perché hai scelto di dedicare la vita alla storia greca?
“Passione. La civiltà greca mi ha sempre affascinata e la storia, tutta, pure. Negli anni questi due ambiti si sono fusi nei miei studi e alla fine è diventata la mia professione. Quando mi sono iscritta io a lettere classiche c’era ancora la speranza di una professione al seguito della laurea. Adesso chi decide di intraprendere questo percorso deve essere consapevole che il trasferimento all’estero per la carriera accademica è quasi una scelta obbligatoria. Consiglio ancora di laurearsi in Italia, ma per chi vuole proseguire in questo campo, fare il dottorato all’estero il prima possibile è la scelta migliore.”
Il tuo rapporto con la Maremma ora che vivi all’estero?
“Sono molto legata alla mia terra, alla mia famiglia, che vive a Grosseto, e ai miei amici. Le mie vacanze le trascorro in Maremma. Mi manca il nostro cibo, anche se Austin mi ha sorpresa per la qualità del cibo e l’agricoltura, mi mancano i nostri sapori e i prodotti tipici come il cinghiale o i porcini. Mi manca molto anche il paesaggio. Ho viaggiato moltissimo in treno tra Pisa e Grosseto e attraversare la nostra campagna toscana era ogni volta un piacere visivo che mi porto sempre nel cuore.”
In futuro vorresti tornare?
“Per alcuni anni starò qua, ma apro il mio futuro ad ogni possibilità tra cui quella, se dovessi ricevere una buona offerta lavorativa, di tornare un giorno in Italia.”