POGGIOFERRO – «Nella lotta, neppure troppo simbolica, tra “lupi e agnelli”, chi ci sta rimettendo di sicuro è l’uomo. Almeno quello maremmano, che nella sua specificità di pastore e allevatore, è ridotto, ormai, allo stato di specie in via di estinzione», questo il commento di Coldiretti Grosseto in merito agli ultimi attacchi dei predatori alle greggi. «Siamo ormai alla contrapposizione tra due disperazioni, tra predatori e pastori – commenta amaro il presidente di Coldiretti, Francesco Viaggi -, alimentate da un fattore comune: la fame». Questa notte, e perfino attorno alle dieci del mattino, si sono verificati gli ennesimi attacchi al patrimonio ovino locale. Nel primo caso l’azienda colpita è stata quella di Giorgio Rosati, a Poggioferro, nel comune di Scansano, nel secondo quella del vicino, Generoso Micheli. «Ormai è inutile che mi metta a fare l’elenco dei danni subiti dal settore dell’allevamento locale – prosegue Viaggi -, inutile che elenchi le mille funzioni di tutela e manutenzione del territorio svolto dagli allevatori, inutile che ricordi come il latte maremmano costituisca un elemento fondamentale per la produzione casearia toscana a denominazione di origine protetta, inutile che ripeta, come ho fatto alcuni giorni fa, che per il nostro latte ovino esiste perfino un interesse da parte di grandi marchi, che finora si sono approvvigionati all’estero».
«Al di la di tutto, per noi agricoltori, adesso il problema è di carattere non più economico, ma sociale. Molti di noi si svegliano la mattina – spiega il presidente di Coldiretti – e si trovano privati di parte del loro fattore di produzione. È come se un idraulico uscisse di casa per andare a lavorare e scoprisse che nella notte gli hanno portato via il furgone e gli attrezzi. Come se un dipendente pubblico trovasse improvvisamente il proprio ufficio vuoto e, con l’amministrazione, in ragione di quel vuoto, che non gli pagasse più lo stipendio».
«Lo ripeterò sino allo sfinimento – conclude Viaggi -, siamo contrari ad azioni di difesa sommaria, anche laddove potessero apparire come azioni di legittima difesa, ma una cosa è certa: così non può continuare. E chi può ha il dovere di intervenire. Noi amiamo gli animali, proprio perché amiamo gli uomini. E non possiamo, non vogliamo, non dobbiamo soccombere di fronte ad un sistema che ha perduto il proprio equilibrio».