FIRENZE – Negli ultimi due anni centodue soggetti – tra Comuni, Unioni di Comuni e Associazioni di enti locali – sono stati coinvolti in progetti finanziati dalla Regione che riguardano il contrasto all’evasione fiscale.
La giunta regionale ha rivisto nella seduta di lunedì alcune regole su incentivi e iniziative dei Comuni: modifiche più che altro tecniche, per rendere procedure e meccanismo più fluidi. L’obiettivo naturalmente non cambia, rimarca l’assessore alla presidenza della Toscana, ed è quello di far squadra per essere ancora più efficaci: per recuperare i tributi che non vengano pagati ma anche semplificare le procedure e aiutare i contribuenti a non commettere, a volte, errori in buona fede.
L’assessore ricorda poi come nella lotta all’evasione fiscale il ruolo di primo piano spetti ad Agenzia delle entrate e Guardia di Finanza, con cui la Regione ha firmato accordi, ma anche Regione e Comuni possono dare una mano, soprattutto se lavorano assieme.
Chi fa squadra viene premiato. Così in due anni la Regione ha aiutato i piccoli Comuni che non avevano neppure gli strumenti informatici di base per avviare un attività continuativa di recupero tributaria. Ma è venuta incontro anche a chi si era ripromesso di spulciare i dati del Catasto per capire quante case classificate come popolari o ultrapopolari sono ancora tali. Un modo per recuperare risorse, ma anche costruire le basi per un sistema fiscale equo.
I progetti messi in campo dai Comuni in questi due anni in effetti sono tanti e vari. C’è chi, per scovare possibili evasori, ha concentrato l’attenzione sulle auto di grossa cilindrata fermate dai vigili urbani e chi ha buttato un occhio sugli alloggi popolari e gli Isee presentati.
Per sostenere i progetti degli enti locali sul fronte del contrasto all’evasione fiscale – quelli di chi non paga i tributi comunali e magari neppure quelli regionali o statali – la Regione Toscana ha stanziato 500 mila euro nel 2012 ed un milione nel 2013. Ogni progetto può essere finanziato fino ad un massimo di 50 mila euro (se coinvolge un territorio dove vivono almeno 30 mila abitanti) e fino a 30 mila euro negli altri casi.