GROSSETO – Violenze contro la propria madre che si ripetevano da anni. Per questo motivo, una ragazza di 21 anni è stata arrestata dagli uomini della volante della Questura di Grosseto dopo l’ultimo episodio che ha rappresentato la classica goccia che fa traboccare il vaso. Il fatto si riferisce ad un intervento degli agenti di polizia in corso Carducci, dove una madre di 50 anni segnalava la presenza della propria figlia di 21 anni, una pregiudicata che, per l’ennesima volta, manifestava atti persecutori nei suoi confronti. Giunti sul posto, gli operatori apprendevano che la ragazza, fin dal 2009, vessava la propria madre con continue molestie di ogni genere e specie. Nello specifico, la ragazza che da tre mesi viveva in strada come una senza fissa dimora, aveva chiamato la madre alle 11 del mattino chiedendole di poter passare da casa. La madre acconsentiva, dicendole però di aspettare un paio d’ore perché prima doveva finire di lavorare. Già al telefono però, la ragazza iniziava ad inveire contro la mamma e la insultava urlando che non poteva aspettare oltre.
La donna, visto che in analoghe situazioni precedenti la figlia si era comunque diretta a casa ed aveva urlato e colpito tutto quanto le era capitato a tiro, temendo il ripetersi di una simile situazione, si accingeva a lasciare il luogo di lavoro per dirigersi nella propria abitazione. Ma non faceva nemmeno in tempo ad uscire dal posto di lavoro, perché la ragazza si presentava al portone e, trovandolo chiuso, iniziava a colpirlo con calci e pugni e a suonare continuamente al citofono, urlando contro la madre offese pesantissime. La donna, temendo per la propria incolumità, non apriva alla figlia, chiamando invece il 113. Mentre gli agenti della volante, giunti sul posto, assumevano informazioni in merito, udivano dei calci e dei pugni provenienti nuovamente dal portone, da parte della 21enne. A quel punto la madre manifestava la volontà di procedere legalmente nei suoi confronti e apriva il portone per consentire agli operatori di parlare con la figlia. I poliziotti bloccavano così la ragazza che dava in escandescenza e cercavano di spiegarle che avrebbe potuto raggiungere la casa della madre, solo dopo la chiusura del turno di lavoro. La ragazza non sentiva ragioni e, dimenandosi con calci e pugni, urlava frasi minacciose contro la mamma. Inoltre, visto che gli agenti le impedivano di scagliarsi contro la donna, se la prendeva anche con loro, offendendoli a più riprese. I due poliziotti la trattenevano con difficoltà, visto lo stato di esagitazione in cui versava, ma riuscivano ad impedirle di aggredire la madre e la conducevano verso l’auto di servizio, con la quale la portavano in Questura.
Qui la sottoponevano ai rilievi foto-dattiloscopici, dai quali emergevano a suo carico precedenti per reati contro la persona. Al contempo, la mamma si recava presso gli uffici della sezione volanti della Questura di Grosseto e sporgeva la querela scritta nei confronti della figlia, narrando di come fosse stata costretta, per le vessazioni continuamente subite negli ultimi quattro anni, a rivolgersi a degli specialisti per la cura della depressione in cui era caduta e per lo stato di continua ansia provocatole. Al termine delle attività, la ragazza veniva tratta in arresto per la flagranza del reato in materia di atti persecutori, e per violenza e resistenza a Pubblico Ufficiale. Associata presso la Casa Circondariale di Pisa, in data odierna il G.I.P. convalidava l’arresto e la rimetteva in libertà, sottoponendola alla misura del divieto di avvicinamento alla propria madre e di contattare la stessa con qualunque strumento, anche telefonico.