GROSSETO – «Le ultime note apparse sulla stampa da parte di Marco Simiani, una delle figure più importanti del Pd in provincia di Grosseto, ci stupiscono perché la sua analisi sullo stato del partito sembra dettata, oggi più che mai, da vecchie logiche di corrente più che da una visione nuova e moderna della politica. Quella visione di coinvolgimento di ogni sensibilità del partito che a livello regionale si è tradotta, proprio in queste mese, nell’elezione unitaria di Dario Parrini a segretario regionale e che ha portato Matteo Renzi ad individuare proprio nel correntismo uno dei mali da superare velocemente. Soprattutto culturalmente. Contano le persone e le loro competenze. Contano le idee e non l’appartenenza a quella o a quell’altra cordata», scrivono dalla Sinistra riformista del Pd e in particolare Alessandro Ragusa, Alessandro Giomarelli, Andrea Garosi, Anna Maria Gaggioli, Niccolò Spadini.
«Diventa difficile condividere quello che esprime senza far ricorso alla categoria concettuale dell’autoreferenzialità, Simiani sostiene infatti che c’è un partito fermo, ma dimentica che proprio in questo mese si sono svolte le primarie in cinque comuni e si stanno delineando le coalizioni nei singoli comuni chiamati al voto. In questo mese l’esecutivo provinciale, la squadra di governo del partito, ha visto l’ingresso di molti e autorevoli esponenti di #futuroPD (la lista che ha sostenuto Marco Simiani a segretario provinciale) con incarichi altrettanto importanti – proseguono -. Simiani dimentica l’avvio dei forum provinciali, l’ottimo lavoro del presidente dell’assemblea provinciale Riccardo Vannozzi e le attività di studio sulle criticità emerse in alcune partecipate (tra l’altro è presidente proprio di una di queste). Come cultura politica non ci interessano le questioni relative ai nomi dei singoli assessorati, la cui nomina è prerogativa esclusiva dei sindaci o del presidente della Provincia. Diversamente, proprio in questi giorni, ci preoccupa molto di più il fatto che i candidati sindaci dei 16 comuni al voto sono stati scelti per lo più dagli organismi dirigenti di partito e, paradossalmente, questo è avvenuto proprio in quei comuni dove è più forte il sostegno a Matteo Renzi e soprattutto dove è fortemente radicato il consenso per Marco Simiani e la sua lista #futuroPD».
«Vogliamo un Pd fortemente radicato nel riformismo di sinistra e, proprio per questo, riteniamo che i comuni dove ancora non è stato scelto il candidato sindaco adottino immediatamente il sistema delle primarie per la selezione delle candidature, prima che sia troppo tardi, prima che le scadenze determino le scelte in base all’appartenenza ad una ristretta cerchia di dirigenti politici. Coinvolgiamo i nostri elettori, coinvolgiamo i cittadini nella scelta delle idee e delle persone – concludono -. Chiediamo anche che nei Comuni dove i candidati sono stati scelti all’interno, ristretto, delle direzioni comunali il partito si apra al confronto sui programmi e sulle liste dei candidati garantendo ad ogni elettore del dD il diritto al coinvolgimento nelle scelte del partito».