FOLLONICA – Operazione Cassandra. È il nome dell’attività investigativa che ha portato gli uomini del Norm di Massa Marittima all’arresto di due componenti di una banda criminale che avevano messo a segno estorsioni e rapine.
Le indagini erano partite il 31 dicembre scorso, dopo la denuncia di due cittadini macedoni residenti nella provincia di Livorno, rimasti vittima di una estorsione e di una rapina a Follonica, il 26 e il 27 dicembre, ad opera di un gruppo di otto connazionali, quattro dei quali successivamente identificati dai carabinieri ed attualmente indagati (tra cui i due arrestati di 34 e 36 anni), nei cui confronti il P.M. Alessandro Leopizzi ha formulato varie imputazioni per i delitti di associazione per delinquere, rapina ed estorsione.
I carabinieri, che hanno effettuato anche intercettazione telefonicche nei confronti degli indagati, hanno accertato altri due casi di estorsione riconducibili al gruppo criminale, commessi in aggiunta a quelli denunciati, in un breve lasso di tempo e nell’ambito di una attività seriale e coordinata condotta dalla banda di immigrati macedoni. A subire le richieste intimidatorie erano sempre connazionali, in quella che è emersa come una vera e propria attività di taglieggiamento, caratterizzato dal metodo “mafioso” adottato dagli estorsori i quali, avendo combattuto le guerre balcaniche mentre i taglieggiati avevano preferito emigrare in Italia, ora rivendicavano il diritto ad ottenere da questi ultimi risarcimenti in denaro, quantificati in somme variabili dai 300 a 5mila euro.
Le intimidazioni ambivano implicitamente al riconoscimento di una leadership o quantomeno di un potere gerarchico, quasi di tipo feudale, da parte della banda “follonichese” su tutti gli altri connazionali che vivono e lavorano nell’area del Golfo: per chi non pagava la minaccia era che a pagarne le spese sarebbero stati i connazionali in patria. Figure di spicco del sodalizio erano proprio i quattro indagati ed in particolare il leader del gruppo, soprannominato “Cassandra”, personaggio nei cui confronti, tra l’altro, in Macedonia risulta pendente un ordine di cattura emesso dalla Corte di Base di Skopje perché condannato a 5 anni di reclusione per omicidio.
Oltre ai fermati, il terzo ed il quarto indagato sono il fratello e il cugino di “Cassandra”, entrambi denunciati in stato di libertà per i medesimi delitti in quanto sono rientrati in Macedonia già da gennaio scorso.