GROSSETO – «In una provincia come quella di Grosseto, con poco più di 220mila abitanti e una estensione territoriale tra le più vaste d’Italia, siamo fortemente contrari al progetto che prevede la chiusura di 261 presidi in tutta Italia e, nella sola provincia di Grosseto, della Squadra Nautica di Talamone e della Sezione Polizia Postale. Sosteniamo invece fermamente che una vera razionalizzazione non possa prescindere da una rivisitazione di tutto il sistema sicurezza che porti ad unificare polizia e carabinieri con conseguente risparmio di spesa e aumento degli attuali standard di sicurezza». Questo il punto di vista di Giacomo Lattanzi (nella foto) segretario provinciale del Silp-Cgil.
«Il modello di sicurezza che promuove il Silp-Cgil deriva dai principi della nostra costituzione e si realizza nella giustizia sociale, nel lavoro e nella democrazia. Purtroppo negli ultimi anni, sotto la spinta della crisi economica, è stato portato avanti un disegno, fatto di tagli lineari, che ha portato a ridurre la presenza delle forze dell’ordine sul territorio. Il Silp-Cgil è pertanto contrario alle proposte di soppressione di uffici e sostiene la reale unificazione delle forze di Polizia a vantaggio degli operatori e dei cittadini, non condividendo il concetto ragionieristico che il risparmio sul tema della Sicurezza sia, di per sé, qualcosa di virtuoso – precisa Lattanzi -. Occorre pertanto sensibilizzare la politica a tutti i livelli, locale e nazionale, ed interrogarsi su quali sia il modello di sicurezza che una società come la nostra debba dotarsi».
«I tagli generalizzati che continuano ad affliggere il comparto sicurezza sta portando l’intero sistema alla sua implosione. Attualmente si registra un decremento del personale di oltre 12mila unità rispetto all’organico previsto, che andrà a peggiorare nei prossimi anni con una previsione di un meno 22mila unità a causa di un insufficiente turn-over, con continuo e inevitabile innalzamento dell’età media – aggiunge Lattanzi -. Il rischio di quanto sopra è un progressivo concentramento delle Polizie nei soli centri urbani delle grandi città, dove più facile è ottenere visibilità e quindi notorietà, con la conseguente desertificazione delle periferie e dei piccoli centri abbandonate nelle mani di una criminalità di fatto incontrollata e incontrollabile. La provincia di Grosseto rischierebbe pertanto di perdere ulteriori presidi di polizia ora presenti nei Comuni periferici».
«L’istituzione di una sola Polizia a competenza generalista, alle dipendenze del Ministero dell’Interno che, avvalendosi da subito di circa 220 mila donne e uomini tra Polizia di Stato e Carabinieri, permetterebbe di restituire ai servizi specifici la Guardia di Finanza, la Polizia Penitenziaria ed il Corpo Forestale dello Stato. Se riporteremo il cittadino al centro del progetto sicurezza, prevedendo meno capi e più operatori, saremo in grado di ridurre i costi del sistema e di incrementare la presenza sul territorio, per una più incisiva azione di contrasto alla dilagante macro e micro criminalità da una parte e, dall’altra, un risparmio quantificabile in circa 3 miliardi di euro annui – conclude Lattanzi -. Appare evidente che in un tale nuovo scenario non vi sarebbe solo un più efficace controllo del territorio complessivamente inteso, ma anche la possibilità di dare nuovo slancio alle attività d’investigazione, oggi limitate dalla scarsa disponibilità di risorse umane e tecnologiche.Superando fuorvianti discussioni sull’opportunità di mantenere o meno un presidio della di Polizia di Stato o dei Carabinieri, adottiamo semplicemente la scelta strategica di istituire un’unica Polizia, che incamerando le forze di entrambi i corpi, sarà certamente in grado di garantire più sicurezza per i cittadini».