di Sabino Zuppa
ORBETELLO – Ancora puntualizzazioni dalla casa comunale sulle questioni riguardanti i rimborsi dell’alluvione. Il sindaco Monica Paffetti fa sapere che, riguardo a quanto fu discusso mercoledì scorso a Firenze «ho ritenuto di sottoporre medesime problematiche anche direttamente al presidente Rossi. Il cittadino, infatti, si pone una domanda – dice lei – ovvero perché a fronte di una quantificazione del danno avvenuta tramite perizie di tecnici autorizzati dal Comune non venga riconosciuta la possibilità e l’opportunità di presentare le fatture relativamente alla sola percentuale ritenuta ammissibile e rimborsabile? Richiesta che nasce anche dalla impossibilità di molti cittadini di disporre di risorse finanziare. Per questo abbiamo chiesto al presidente Rossi, nella consapevolezza delle normative vigenti in materia e che presuppongono che non di risarcimento di tratti, ma piuttosto di un aiuto per poter ripartire, che una volta preso atto della percentuale ritenuta ammissibile e rimborsabile in merito al danno totale, si dia la possibilità di liquidare e mettere a disposizione le risorse già stanziate sulla base delle fatture relative ai danni parziali (ma riconosciuti). Questa metodologia, tra l’altro, è già stata applicata dalla Regione Toscana, per le aziende agricole: la lettera inviata a Rossi – insiste lei – è un sollecito affinché la Regione riveda le modalità di accesso a questi denari, pur nel rispetto delle normative europee e nazionali».
Altra questione riguarda i danni che l’alluvione causò alla Cooperativa La Peschereccia di Orbetello ed anche qui il sindaco richiede una revisione delle norme: «Come tutte le altre aziende colpite dall’alluvione la Cooperativa La Peschereccia ha fatto richiesta per il risarcimento del danno, ma è stata esclusa in quanto non risulta essere azienda agricola, ma ittica. – spiega la Paffetti -paradossalmente, non è stato previsto alcun rimborso per questo tipo di aziende e quindi, ancora una volta ci simo rivolti al presidente Rossi, affinché possa trovare tra i meccanismi farraginosi della burocrazia una soluzione che permetta a una delle aziende più importanti del territorio che dà lavoro a oltre 90 famiglie, di poter riprendere l’attività a pieno regime».