di Daniela Belloni
FOLLONICA – Studente universitario presso la facoltà di giurisprudenza di Siena, 25 anni, follonichese, con una innata passione per la scrittura sin da quando era bambino e che, oltre a scrivere storielle, disegnava fumetti.
Ecco chi è Francesco Bertelli, che, nella sala consiliare del comune di Follonica, ha presentato il suo nuovo libro, scritto e pubblicato in maniera del tutto autonoma, studiando da solo tutti quegli aspetti, quei saggi, quelle storie e quei documenti della seconda guerra mondiale, che difficilmente riusciamo a trovare nei libri di scuola, appassionandosi soprattutto al periodo in cui ha operato, quello che in gergo veniva definito come Battaglione 101.
Ed è stata proprio questa sua grande passione, a fargli nascere l’idea di scrivere un romanzo con base storica, dove a narrare gli eventi drammatici sono una voce e degli occhi particolarmente sensibili: quelli di un bambino, che si è visto coinvolgere in prima persona nel dramma dell’eccidio.
E così è nato “Jòzefòw ‘42”, una storia verosimile su base storica, ambientata nel piccolo villaggio in Polonia, omonimo del titolo del libro, dove, il 13 luglio del 1942, avvenne il primo eccidio ad opera del Battaglione 101, gruppo speciale nazista, capitanato dal maggiore Wilhelm Trapp e composto da circa 500 uomini, tutti riservisti e non volontari, con età compresa tra i 30 ed i 50 anni, a cui era stato dato il compito di rastrellare gli ebrei di questo villaggio. I soldati, vennero informati del tipo di azione da compiere, solo quando arrivarono sul posto, prima dell’entrata nel villaggio, radunati a semicerchio attorno a Trapp, il quale non solo li informò, ma dette loro l’ultimatum di scegliere, se restare e compiere gli ordini impartiti facendo un passo avanti in segno di accettazione, altrimenti restare fermi nel punto in cui si trovavano. I documenti storici ci insegnano che soltanto 12 componenti del gruppo si sottrassero.
Maria Luisa Bernardi, attualmente assessore alla Cultura del comune di Follonica ed in precedenza vice preside del liceo scientifico cittadino, ha voluto aprire l’evento con un saluto di benvenuto e concludere la presentazione del libro, con una piccola riflessione, citando le parole del protagonista “ma cosa ci possono fare? Noi siamo cittadini polacchi”, che pronuncia all’amichetto, in un momento di riflessione e che si sente rispondere “non ti dimenticare che noi siamo soltanto ebrei”.