di Barbara Farnetani
GROSSETO – Strade bianche, sentieri di campagna, vecchie infrastrutture ferroviarie, percorsi in terra battuta usati ormai solo dai mezzi agricoli. Sono oltre mille i chilometri di strade che fanno parte del progetto Greenways e che serviranno per incentivare il turismo verde, quello, per intendersi, che ama muoversi in bicicletta, a piedi e persino a cavallo. Un tipo di turista che viene spesso dall’estero, e che ama il lato più selvaggio e in contatto con la natura della Maremma. «Sono mille chilometri censiti e percorribili, e anzi sono già stati percorsi dalla Fiab – Grosseto ciclabile – precisa l’assessore all’ambiente Patrizia Siveri -, e saranno tutti fruibili già dalla prossima stagione. Manca ancora il percorso dalla Diaccia Botrona sino al parco Regionale ma a breve firmeremo una convenzione con i comuni di Grosseto e Castiglione della Pescaia per realizzare il famoso ponte sull’Ombrone e a Fiumara».
Uno dei problemi ricorda lo stesso assessore «è stato che molte strade sono state, negli anni, interrotte dai privati, e questo è stato il primo ostacolo da superare convincerli a lasciarle nuovamente libere. Tra l’altro si tratta di strade che passano accanto ad agriturismi e percorrono le strade del vino e che quindi offrono, durante il percorso, opportunità di ristoro e anche pernottamento. Si tratta di una importante eredità che la Provincia lascia al territorio».
«È un lavoro frutto della collaborazione – ricorda il presidente della Provincia Leonardo Marras – è una sorta di presa d’atto di ciò che abbiamo e che va mantenuto. Se allarghiamo lo sguardo troviamo molto attorno a noi; bisogna solo mettere assieme le cose che già ci sono è la cosa più semplice: le strade bianche già esistevano, quanto alle mappe possono essere scaricate da chiunque favorendo così un turismo all’aria aperta anche meglio se si riesce a collegarlo alle attività che si incontrano lungo il cammino».
«Le greenways – speiga Angelo Fedi presidente Fiab Grosseto – consentono di scoprire il territorio ad un passo oggi inusuale con la lentezza che ci fa apprezzare fino in fondo i luoghi arrivando sin nel cuore delle riserve. Il censimento e la mappatura dei percorsi è stata effettuata dall’Ufficio Aree Protette della Provincia con la collaborazione di consulenti esterni. Il compito dei ciclisti Fiab è stato quello di testare tutti i sentieri ai fini della georeferenziazione. Abbiamo raccolto e stiamo raccogliendo dati sulle caratteristiche altimetriche, il chilometraggio, i punti critici, le difficoltà e il mezzo più idoneo alla percorrenza».