FIRENZE – Un’agenzia regionale per il lavoro, snodo toscano del sistema nazionale e nuovo strumento di governo dei servizi per l’impiego in vista del superamento delle Province, da cui, attualmente, dipendono.
E’ questa l’ipotesi su cui la Regione sta lavorando e che l’assessore alle attività produttive e lavoro Gianfranco Simoncini ha illustrato oggi alla giunta, che ha approvato un documento, preliminare alla proposta di legge. “L’ipotesi di costituire un’agenzia regionale per il lavoro – ha spiegato Simoncini – rappresenta una soluzione organizzativa, sia in vista della revisione della governance dei servizi per l’impiego, a livello nazionale, sia per superare le disomogeneità nella gestione dei servizi, che esistono a livello territoriale, sia infine in vista di una diversa attribuzione delle competenze delle Province”. Una volta a regime, l’agenzia dovrà svolgere le funzioni e i compiti in materia di collocamento, servizi per l’impiego e politiche attive del lavoro. L’agenzia regionale avrà natura giuridica di ente di diritto pubblico, dipendente dalla Regione, con autonomia organizzativa, amministrativa e contabile, sotto la vigilanza e l’indirizzo della giunta regionale. “Una volta definito il nuovo assetto istituzionale delle Province – prosegue l’assessore – all’agenzia potranno essere attribuiti i servizi di collocamento, incontro fra domanda e offerta di lavoro, la gestione delle politiche attive, gli interventi di prevenzione della disoccupazione, l’orientamento e l’obbligo formativo. In quest’ultimo nuovo assetto, i centri per l’impiego diventerebbero strutture periferiche dell’agenzia regionale, secondo un’articolazione che terrà conto dei sistemi economici locali, con compiti di gestione e di erogazione dei servizi ai cittadini”.
Se il problema di una definizione dell’assetto istituzionale dopo il superamento delle Province dovrà necessariamente essere affrontato a livello nazionale, la creazione di un’Agenzia regionale che ne raccolga le competenze potrebbe andare comunque inserirsi all’interno del sistema nazionale del lavoro, che dovrebbe avere funzioni di coordinamento e monitoraggio e fissare standard minimi per quanto riguarda le piante organiche e la qualità dei servizi. Per migliorare la qualità del servizio e rendere più facile la vita dei cittadini che ne usufruiscono l’ipotesi approvata dalla giunta prevede di attribuire alla nuova agenzia regionale e quindi ai centri per l’impiego, la gestione degli strumenti di politica passiva, vale a dire gli interventi per la ricollocazione e il sostegno al reddito di coloro che hanno perduto il lavoro.
“I centri per l’impiego si sono rivelati in questi anni – ricorda infine l’assessore – uno strumento importante per fronteggiare la crisi economica in atto. Basti pensare che da luglio 2009 ad oggi si sono presentati agli sportelli circa 80 mila lavoratori ai quali sono state erogate 550 mila azioni di politica attiva. Ogni anno inoltre, i centri per l’impiego offrono informazioni e orientamento a circa 800 mila persone. E’ per questo che si rende necessario potenziare e razionalizzare il servizio, rendendo più coordinato il sistema regionale e più efficaci ed omogenei gli interventi sul territorio”.
I centri per l’impiego, quali strutture periferiche dell’Agenzia, potrebbero svolgere anche un ruolo nell’attività di formazione, ad oggi svolta dalle Province, In particolare i centri per l’impiego potrebbero registrare il fabbisogno formativo del territorio e su questa base contribuire alla determinazione delle scelte programmatiche della Regione nei singoli territori. Proprio per questo è stato deciso di presentare al consiglio regionale un’unica proposta di legge, sia sul tema della formazione che su quello del lavoro.