di Sabino Zuppa
PORTO SANTO STEFANO – Si cercano mine ed ordigni bellici sotto la banchina di piazzale Candi a Porto Santo Stefano, proprio in corrispondenza del punto di attracco dei traghetti per l’isola del Giglio. E non si tratta di uno scherzo, perché sembra proprio che il Comune di Monte Argentario, per poter far partire i lavori di consolidamento della banchina davanti al grande piazzale che da su porto del Valle, sia costretto a fare effettuare una perizia geologica che, al suo interno e per legge, prevede la garanzia che la zona sottoposta a lavori sia bonificata da eventuali bombe residue della seconda guerra mondiale.
Un’operazione di restauro per cui erano già stati stanziati 570 mila euro, ma che ha richiesto un ulteriore impegno di spesa da parte dell’amministrazione argentarina di altri 10 mila euro per la perizia geologica ai quali si aggiungeranno altri 500 euro al giorno per pagare la ditta I.L.A. SUB srl con sede a Fregene (Roma) per il servizio di verifica della presenza di masse ferrose riconducibili a ordigni residuati bellici, necessario per la redazione della relazione geologica e geotecnica riguardante i lavori. Un’attività, secondo quanto evidenziato nel preventivo della ditta romana, che dovrebbe durare dai 6 agli 8 giorni e che prevede l’effettuazione di carotaggi con l’inserimento di due tipi di sonde speciali ed ad una profondità variabile: si partirà da 1 metro sotto terra per arrivare, se necessario, addirittura a 7 metri sotto il livello del suolo.