CAPALBIO – «Per gli aspetti disciplinari e per eventuali risvolti penali risponderai a chi di competenza». È molto dura la lettera che Marco Donati, segretario dell’unione comunale Pd di Capalbio ha inviato a Maria Laura Berti, che aveva rinunciato a candidarsi alle primarie del Pd a Capalbio con una nota molto polemica inviata al partito.
«Intendo respingere con fermezza le pesanti accuse e le frasi fortemente offensive e persino diffamatorie della tua mail – afferma Donati rivolgendosi a Berti -, poi divenuta di dominio pubblico su social network e su alcuni organi di stampa. Con mio profondo rammarico rilevo come per te e per alcuni ex componenti di questo direttivo sia ormai divenuta prassi consolidata tentare di gestire a proprio piacimento le sorti del partito per poi uscirne e sbattere la porta nel momento in cui non ci si riesce tentando oltretutto di giustificare il proprio insuccesso ricoprendo d’insulti tutti coloro che ne fanno parte. Ci si sente in diritto di mollare agli altri la responsabilità di fallimenti o di programmi politici inattuati… il tutto a pochi mesi dalla naturale scadenza del mandato amministrativo… facile cosi! Questo non e il partito che voglio per i miei cittadini. Questi non sono gli amministratori che voglio per Capalbio!»
«Mi permetto di ricordarti cara Laura che il PD capalbiese non ha mai impedito a nessuno di coloro che negli anni ne hanno fatto parte di esprimere le proprie opinioni – precisa -. La divergenza di opinioni sull’esito anticipato della legislatura comunale non ti ha impedito, infatti, di misurarti democraticamente in occasione del congresso per il quale hai posto la tua candidatura a segretario del PD Capalbiese, né ti ha impedito di candidarti alle primarie per la carica di sindaco, dalla quale ti sei ritirata volontariamente».
«Non credo nella maniera più assoluta che possa considerarsi ostruzionistico l’agire di chi cerca di farsi garante per il proprio partito – puntualizza ancora il segretario -. Penso che farsi portatore della bandiera del PD sia una cosa seria e per questo, oggi più che mai, chiunque aspiri ad esserne candidato (ad ogni livello) deve essere portatore di valori sani e volti al bene comune. Credo di poter dire invece che la tua candidatura, adesso, appare chiaramente provocatoria e mirata solo a creare confusione, a sottolineare l’immagine di un PD spaccato e diviso. Credo che tu debba scusarti con il direttivo, anzi, con tutto il PD. Spero almeno che rispetto ad affermazioni così gravi e del tutto gratuite tu riesca ancora almeno ad arrossire».